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L'indifferenza L’indifferenza è inferno senza fiamme, ricordalo scegliendo fra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso tua solo è la colpa: aspetta la tua impronta questa palla di cera.
E lui mi aspetterà nell’ipertempo E lui mi aspetterà nell’ipertempo, sorridente e puntuale, con saluti e storie che alle poverette orecchie dell’arrivata parranno incredibili. Ma riconoscerà, lui, ciò che gli dico? In poche note o versi qui raccolgo i messaggi essenziali. Un altro raggio, aria diversa glieli tradurrà.
Il Crocevia Quell’unghia che raspava contro i vetri - cane o persona amata, mio padre o il giardiniere – più non chiama né indugia né si ostina. Ma esiste, più irrequieta d’ogni mare. E’ un rumore schiacciato, una pastiglia di silenzio che porta ancora un nome, un barlume di vita. Capita a volte di trovare in un libro un fiore memorabile, filigrana e fantasma.
Tutto ciò che ora è denso, un crocevia di linfe, dovrà passare per quella cruna d’ago. Ride e piange il presente, e si prepara al rito. Le maschere bifronti lo guardano passare.
La cometa Quel mio amore per lui aveva ali di cera lunghe le ali sembravano eterne battevano il cielo sicure, sfioravano picchi, puntavano al sole con nervature nervine.
Fuse le ali ormai mi ricrescono dentro, soltanto ora perdute mi diventano vere, e ai cuori incauti grido: la passione è un fantasma troppo importante, uomini, per potersi incarnare.
Chiomate vaganti comete di Halley, presagi disastri prodigi che infiammano e gelano il sangue, nessuno osi fissarvi, si arrischi a sfiorare coaguli di pura lontananza – morgane.
A sipario abbassato Quando ti amavo sognavo i tuoi sogni. Ti guardavo le palpebre dormire, le ciglia in lieve tremito. Talvolta è a sipario abbassato che si snoda con inauditi attori e luminarie – la meraviglia.
Sono venuta a Parigi per dimenticarti Sono venuta a Parigi per dimenticarti ma tu ostinato me ne intridi ogni spazio. Sei la chimera orrida delle gronde di Notre-Dame, sei l’angelo che invincibile sorride.
Veniamo a patti (il contadino e il diavolo): lasciami il giorno per guardare, leggere, sprecare il tempo, divertirmi, escluderti. Notti e sogni, d’accordo, sono tuoi.
Entro in questo amore come in una cattedrale Entro in questo amore come in una cattedrale, come in un ventre oscuro di balena. Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte scende un corale antico che è fuso alla mia voce.
Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico, il padre, il figlio, l’angelo e il demonio. Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio, e le tue labbra restano evanescenti sogni.
Prima di entrare nella grande navata, vivevo lieta, ero contenta di poco. Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada, relega nel nulla tutto quanto non sei.
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