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Rock e poesia, ecco i protagonisti dai Doors a Lou Reed Dagli States al rock di casa
nostra, una mappa della "ribellione in versi" che sarà molto utile a chi
vuole addentrarsi nello sconfinato territorio che unisce musica e
poesia.
di Claudio Pozzani
Il connubio tra poesia e musica si
perde nella notte dei tempi, da quando i poeti si accompagnavano con la
lira (da qui lirica) o con altri strumenti, a fiato e percussivi.
Saltiamo aedi, rapsodi e trovatori, dai quali deriva la canzone d'autore
francese e saltiamo qui anche quella italiana, figlia degli chansonnier
francesi e dei songwriter americani, visto che vorrei dare qualche
spunto del legame tra poesia e rock. Sulla canzone d'autore torneremo,
anche per cercare di farla finita con la noiosa e autoavvitante querelle:
ma i cantautori sono poeti? Qui cerchiamo di fare un breve volo radente
su gruppi e cantanti solisti che cercarono di lacerare la stolidità e
superficialità dei testi delle canzoni rock con coltellate di poesia.
Stati Uniti
Evitando
ordini cronologici troppo precisi ma lasciandosi trasportare da
sensazioni e ricordi, andiamo nella San Francisco dei primi anni '60,
con il gruppo dei Fugs,
fondato dai poeti Beat Ed Sanders, Tuli Kupfenberg e altri, tra cui Ken
Weaver. L'idea era di fondare un gruppo che miscelasse rock, satira,
poesia, folk. L'area ribolliva di talenti artistici, l'epoca era quella
delle ribellioni alla società borghese. Non a caso i Fugs strinsero
legami con Frank Zappa e i suoi Mother of Invention,
con gli altri poeti Beat, primi fra tutti Allen Ginsberg e Gregory Corso
e con altri gruppi "acidi" di Frisco come i Jefferson Airplane.
Un altro gruppo che diede alla poesia una parte importante furono ovviamente i The Doors,
californiani anch'essi e guidati da un poeta che si scoprì cantante,
James Douglas Morrison, ma di lui si sa tutto, essendo divenuto un'icona
planetaria. Jim Morrison volle essere soprattutto un poeta, innamorato e
influenzato da Blake e Rimbaud: la sua (s)fortuna fu di diventare una rockstar.
Per restare al di là dell'Atlantico, altri rocker che hanno frequentato la poesia (o) sono Lou Reed,
che ha scritto una sorta di remake delle poesie di Poe nella sua opera
The Raven, divenuta anche CD e spettacolo teatrale con Bob Wilson; Patti Smith, che ancor più di Morrison è poeta prestata al rockbiz, Billy Corgan (Smashing Pumpkins), che pubblicò anche alcuni libri di poesie; Nick Cave, poeta e romanziere oltre che grande cantante, sorta di crooner scorticato; negli States il confine tra rock e cantautorato è veramente molto sottile: di Bob Dylan parleremo più in dettaglio in un'altra puntata; Leonard Cohen,
già autore di romanzi di ottimo livello come "Il gioco favorito" e
"Belli e perdenti" e autore di poesie e di testi di canzoni tra i più
belli della storia del rock, gli stessi David Crosby, Bruce Springsteen,
James Taylor, Tom Waits hanno avuto influenze più o meno marcate e
dichiarate di poeti e scrittori, dei quali si sentono echi nei loro
testi.Gran Bretagna
Passando in Europa, un'altra icona "maledetta" del rock, il geniale creatore dei Pink Floyd Syd Barrett, era profondamente ispirato da poeti e scrittori inglesi: al di là di riferimenti a fiabe e allucinazione carrolliane o di Kenneth Graham, ci regalò una stupenda Golden Hair su testi di James Joyce. L'altro Floyd, David Gilmour, in tempi più recenti, ha messo in musica un sonetto shakespeariano.
Sempre negli anni '60, tutto il rock progressive fu fortemente influenzato dalla poesia e letteratura. Pete Sinfield, poeta e letterato amante di Shakespeare, Blake, Shelley, scrisse testi per King Crimson, Roxy Music, Emerson Lake & Palmer,
la poetessa Betty Thatcher scriveva i testi dei Renaissance, Keith Reid
quelli dei Procol Harum, Peter Hammill fu il brillante poeta-paroliere
dei Van der Graaf.
Peter Gabriel, cantante dei
Genesis e autore di testi molto "letterari" frutto di letture accanite,
in uno dei suoi album solisti dedica all'immensa poeta Anne Sexton la
canzone Mercy Street, da un'omonima poesia. Anche i Deep Purple scelsero come titolo del loro secondo album The book of Talyesin
il nome di un leggendario poeta della corte di Camelot e Jon Lord e
Roger Glover, rispettivamente tastierista e bassista, misero in piedi
una vera e propria opera rock, The Butterly Ball su un poema ottocentesco di William Roscoe.
Italia
Per arrivare in Italia, un nome fra tutti: i New Trolls.
Con il loro primo disco, il capolavoro Senza orario senza bandiera, trasformarono in canzoni con l'aiuto di De André alcune poesie di Riccardo Mannerini,
un altro autore da ricordare e rivalutare assolutamente, alla base
dell'amore dello stesso Faber per la poesia e ricordato soprattutto per
la sua poesia "Eroina", diventata il celeberrimo Cantico dei drogati nell'album Tutti morimmo a stento. Anche più tardi, nel Concerto Grosso, i New Trolls presero
in prestito alcuni versi di Shakespeare. Infine, permettetemi di citare
anche un altro gruppo prog italiano dai testi molto letterari e
poetici, scritti dal cantante Francesco Di Giacomo, ossia il Banco del Mutuo Soccorso. In almeno due dischi, Darwin! (capolavoro assoluto che vi consiglio caldamente) e Io sono nato libero, Di Giacomo
dà il meglio di sé, alle prese con le teorie dell'evoluzione e della
libertà di parola e di pensiero, un fulgido esempio di connubio tra
poesia e rock, dove concetti importanti e profondi sono resi con
leggerezza.
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