La panchina di Mariella Forever

UCCIDE PIU LA PENNA CHE LA SPADA

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    “Ne uccide più la penna che la spada”



    Ne uccide più la penna (anzi la lingua) che la spada, questo proverbio dell'Antico Testamento si dimostra, purtroppo, sempre attuale. Il ricordo di una sofferenza psicologica, permane più a lungo rispetto a quello fisico. Secondo alcuni studi il fenomeno ha una sua ragion d'essere perchè la corteccia cerebrale, responsabile del pensiero complesso, della percezione e dell’elaborazione del linguaggio, nella sua evoluzione ha contribuito a sviluppare le capacità di adattamento ed interazione sociale ma, ci ha dotato anche di una capacità involontaria: “quella di rivivere, e sperimentare quasi come fosse la prima volta, la sofferenza dovuta a un dolore di tipo sociale”.

    Non ci sono parole per descrivere lo sgomento e l'angoscia per l'episodio avvenuto il 19 maggio di chi ha appreso la notizia ed ancor più di chi l'ha vissuta direttamente. Un ragazzino che ha perso la “speranza”, che è un sentimento essenziale per la sopravvivenza, ci mette tutti in discussione, ci porta a chiederci se in qualche modo ne siamo anche noi responsabili. Intendo il nostro sistema, i modelli che proponiamo, le aspettative e la nostra “speranza” di poter cambiare noi stessi ed il mondo che ci circonda, insomma offrire un senso di realtà credibile sul quale vale la pena di scommettere.

    Abbiamo bisogno di capire, di dare un senso, di affidare la responsabilità del peso di questa perdita a qualcuno per tranquillizzare noi stessi che questa cosa non possa avvenire a persone a noi care, ai nostri figli e così l'articolo del giorno dopo ci offre questa possibilità. “Ah è per una delusione amorosa! ” Ecco qua, iniettata indolore la “medicina giusta” per placare le nostre ansie e far tacere le nostre coscienze, un binomio assurdo che rischia di entrare nell'immaginario collettivo. Forse non a tutte fa effetto, a qualcuno come me provoca una reazione allergica...

    I ragazzi, lo sa anche chi non è del mestiere, in questa delicata fase evolutiva rischiano di colpevolizzarsi per eventi che avvengono al di là della loro volontà e controllo. Un esempio? Un ragazzino che, avendo deciso di non passare per quelle scale si torturava pensando che se avesse deciso diversamente magari avrebbe potuto aiutare l'insegnante a fermare quel ragazzo. Possiamo allora immaginare da quali pensieri sia tormentato l'animo di quella ragazzina che pur non avendo la minima responsabilità della tragedia si trova ad elaborare un evento così doloroso e a combattere con le “distorsioni cognitive”, che spesso intervengono nella contemporaneità di due eventi, ed con i sistemi di attribuzione causale di un pensiero adolescente.

    Ma per fortuna ci viene in aiuto l'informazione che ci “illumina” su come si sono svolti i fatti e ci conferma che possiamo proprio dormire sogni tranquilli perchè “l'agnello sacrificale” è stato trovato e già immolato! Forse non tutti sanno (ma tutti ne abbiamo esperienza) che i feedback e le reazioni esterne possono costituire un potentissimo fattore di mantenimento e di rafforzamento di convinzioni che possono diventare patogene.

    Una professoressa del ginnasio, mi ha lasciato un buon insegnamento: “Ne ferisce più la penna che la spada, tieni sempre presente chi leggerà quello che scrivi ed a chi potresti far del male con le tue parole”. Io ne faccio dono a coloro per il quali lo scrivere è un mestiere più che un'arte e che hanno tra le mani uno strumento prezioso quanto pericoloso. Quando lo prendete in mano leggete le istruzioni: c'è scritto: “Maneggiare con cura” non “Agitare prima dell'uso”!

    Un messaggio a tutti i ragazzi: scrivete voi il vostro futuro, non lasciate che altri lo scrivano per voi perchè voi siete la “speranza” per il futuro!



    Anna Cardis

    Logopedista, Psicologa

     
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0 replies since 4/2/2015, 20:30   47 views
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