La panchina di Mariella Forever

FALLITA SOCIETA IMMOBILIARE DEGLI OTTO GIOCATORI VIP

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    L'INCHIESTA
    Saia e gli otto calciatori vip,
    fallita la società immobiliare
    La «Proprestige srl» porta i libri in tribunale: l’ex senatore An tra gli azionisti di maggioranza. Con lui campioni come Toni, Montolivo, Zaccardo, Frey e Bianchi


    PADOVA
    Ottobre 2010 - ottobre 2013: una parabola «stellare» che è durata tre
    anni, e che è finita al fallimento. Questa è la vicenda, del tutto
    inedita, che riguarda Maurizio Saia, candidato sindaco di Padova, socio
    della «Proprestige srl», con sede a Padova in via Martiri della Libertà,
    e che ha come soci fior fior di calciatori famosi: da Luca Toni a
    Riccardo Montolivo, da Cristian Zaccardo a Bosko Jankovic, da Sebastian
    Frey a Igor Budan. Una società fallita a ottobre scorso con sentenza del
    giudice Maria Antonia Maiolino (lo scorso 7 marzo c’è stato l’esame
    dello stato passivo), e che nel corso dei tre anni è finita anche in un
    fascicolo in procura per un contenzioso tra i soci. Stando alla visura
    camerale l'oggetto sociale della srl, che ha per amministratore unico il
    padovano Fabio Viero, riguardava l'acquisto, la costruzione, la
    vendita, locazione e ristrutturazione di beni immobili a destinazione
    alberghiera, civile e industriale, commerciale, turistico-ricreativa,
    sportiva, oltre che lo sfruttamento, negli impianti, delle energie
    rinnovabili.



    Luca Toni (archivio)Luca Toni (archivio)

    Insomma la Proprestige avrebbe dovuto acquisire e costruire
    alberghi e strutture ricettive per riammodernarle e poi rivenderle o
    gestirle. Le cose non sono andate bene, la squadra di vip che fa parte
    della compagine sociale ha perso un bel po’ di quattrini. Non si sa
    quanti perchè al registro imprese, almeno quello on line, non appare
    alcun bilancio depositato. Saia ammette: «Ci ho perso un bel po’, avevo
    messo a disposizione anche parte del personale del mio entourage ma gli
    affari non sempre vanno come vogliamo e questo è andato decisamente
    storto». Bocche cucite sullo stato passivo anche da parte del curatore
    fallimentare Michele Antonucci, che ora ha il compito di tutelare i
    creditori, raccogliere tutti i dati contabili e sottoporli a giudizio
    del giudice. Già qualche anno fa due soci calciatori si erano lamentati
    presentando in procura un esposto in cui si raccontavano le vicende
    legate a una compravendita di un albergo in Austria, un aspetto sul
    quale, a loro parere, non sarebbe stata fatta abbastanza chiarezza da
    parte degli amministratori della Proprestige (Saia è tra i soci di
    maggioranza, ma non amministratore).


    Il fascicolo, che aveva impegnato anche il lavoro della Guardia di
    Finanza di Padova, era stato curato dal sostituto procuratore Roberto
    d'Angelo, e poi è stato trasferito ad un collega per via di un'inchiesta
    più corposa al quale l'esposto sarebbe stato allegato all'epoca. «Sono
    passati anni e non ci è giunta alcuna comunicazione – dice Saia –
    evidentemente la vicenda si è conclusa in una bolla di sapone». Quello
    che si sa con certezza è quello che sta accadendo ora: la squadra di
    calciatori, che probabilmente, come spesso accade, diversificano gli
    investimenti anche in business come questo, si è trovata con un pugno di
    mosche, se non addirittura con molti debiti. Ma non sono i soli. Ci
    sono altri padovani soci coinvolti in questo fallimento: si tratta di
    Ugo Antonio Barchesi, che aveva partecipato al capitale sociale con il
    18%, l'amministratore delegato Fabio Viero 4,7%), il padovano Adriano
    Trevisan (21%). Saia aveva partecipato con il 14%). Poi ci sono altri
    soci meno conosciuti: la Più srl, che ha sede in via Martiri della
    Libertà 9 (dove ha sede anche uno studio di Barchesi) e Ignazia
    Modafferi, di origine calabrese. E gli altri calciatori, oltre a quelli
    già citati (tutti tra il 2 e il 10% delle quote), ovvero Rolando Bianchi
    e Alex Manninger. «Non era il momento giusto di fare un investimento
    simile, non è colpa di nessuno», dice Saia. Conosceva i soci? «Non
    tutti, noi politici mica possiamo fare il test del dna a ogni persona
    che sta in affari con noi, e poi ho un pool di commercialisti che fa
    questo lavoro. Io sono una persona pulita, mi fido dei miei
    collaboratori che sono persone perbene, è giusto si sappia che io
    guadagnavo molto di più prima di fare politica, e che non voglio fare il
    sindaco per arricchirmi, sono una persona trasparente, ho la coscienza
    pulita».



    fonte corriere.it
     
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    succede anche a loro... Main_Featured
     
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