La panchina di Mariella Forever

MORTO LO SCRITTORE GABRIEL GARCIA MARQUEZ

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    È morto Gabriel García Márquez
    Lo scrittore di Cent’anni di solitudine, 87 anni, era stato ricoverato fino a qualche giorno fa nella clinica Salvador Zubiran per l’aggravarsi di una grave polmonite

    Se n’è andato Gabriel García Márquez, lo scrittore colombiano che ha avvicinato milioni di persone alla letteratura. E’ mancato a 87 anni, in un ospedale di Città del Messico, a causa dell’improvviso aggravarsi di una polmonite. Ma la notizia, anche se preparata dal prolungarsi di un suo precario stato di salute, è luttuosa per milioni di lettori: soprattutto per i tanti figli del Sessantotto che proprio allo scoppio della contestazione erano stati colpiti al cuore da «Cent’anni di solitudine». Un romanzo talmente lussureggiante, libertario, esotico, coinvolgente, da trasformare il luogo immaginario in cui si svolge la storia, Macondo, in simbolo e sinonimo di vita alternativa.
    Nobel nel 1982

    E tuttavia «Gabo», come lo chiamavano non soltanto gli amici, è stato molto più che l’autore di un solo libro, per quanto capolavoro; e anche più che un classico monumento intellettuale, infiocchettato dal premio Nobel (effettivamente conseguito nel 1982). In altri romanzi, infatti, ha saputo variare il suo stile, conquistando giovani lettori e trasformando — come soltanto i grandi hanno saputo fare — i titoli dei suoi libri in slogan diffusissimi e persino in luoghi comuni: «L’autunno del patriarca», «Cronaca di una morte annunciata», «L’amore ai tempi del colera», «Il generale nel suo labirinto» sono espressioni che tutti almeno una volta ci siamo ritrovati sulle labbra, e ancor oggi ricorrono in tanti discorsi quotidiani o colti, allusivi o ironici.

    Gabriel Garcia Marquez con Castro, Clinton e Arthur Miller
    L’amico nemico Vargas Llosa

    García Márquez a tutto tondo, insomma, anche come figura pubblica, e persino accettato e applaudito da quanti non hanno condiviso le sue posizioni politiche: amico intimo e dichiarato del dittatore Fidel Castro (sia pure «sul piano personale e letterario»), simpatizzante del regime di Chavez in Venezuela, ma anche avversario dichiarato dei mercanti di droga e morte della sua Colombia. E amico-nemico di un altro grandissimo scrittore sudamericano, Nobel come lui ma di opinioni politiche opposte: il peruviano Mario Vargas Llosa, liberale e anche rivale in amore, capace di sfidarlo a pugni in una rissa, salvo poi lodarlo come un gigante della letteratura.

    L’ultima opera

    Una vita così piena aveva avuto la sua svolta nel 1999, anno in cui gli era stato diagnosticato un tumore: da quel momento la coscienza di avere il tempo contato lo aveva spinto verso uno stile differente, memorialistico, sia pur sempre segnato dall’ironia. «Memoria delle mie puttane tristi», ultima prova narrativa, racchiude fin dal titolo tutto quello che Gabo ha sempre voluto essere: irridente, contraddittorio, provocatorio, animato da un’idea di giustizia che non escludeva né la partigianeria, né la sfida a ogni correttezza.



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    "Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.

    Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo 60 secondi di luce.

    Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e con quanto gusterei un buon gelato al cioccolato. Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

    Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole.

    Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti, con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat, sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.

    Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore.

    Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi.

    Ad un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.

    Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.

    Ho imparato così tanto da voi, Uomini…

    Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.

    Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre.

    Ho imparato che un uomo ha diritto di guardare dall’altro in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.

    Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granchè utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.

    Di sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.

    Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami.

    Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perché se il domani non arrivasse sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio. Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci.

    Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli, dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti."


    GABRIEL GARCIA MARQUEZ
     
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1 replies since 18/4/2014, 05:13   17 views
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