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PER BERLUSCONI DUE ANNI DI INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI

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    MILANO - Dopo un'ora di camera di consiglio, la Corte d'Appello di Milano ha determinato in due anni l'interdizione ai pubblici uffici per Silvio Berlusconi condannato definitivamente a 4 anni di reclusione per la frode fiscale nel processo Mediaset. La sentenza giunge dopo il rinvio per ricalcolare la pena accessoria deciso dalla Cassazione lo scorso primo agosto.
    Due anni è stata la richiesta del Procuratore generale di Milano Laura Bertolè Viale dopo la richiesta di ricalcolo della Cassazione che il 1 agosto scorso aveva chiesto ai giudici d'appello di modificare al ribasso i cinque anni di esclusione dai pubblici uffici inflitti all'ex premier nell'inchiesta sui cosiddetti diritti tv. Per il pg la pena deriva dallo stesso calcolo fatto sulla pena principale per cui ha deciso che la pena accessoria è pari «a due terzi della pena massima» ossia due anni.

    RIDUZIONE Il pg, nel formulare la sua richiesta, ha spiegato che, come la pena principale è stata due terzi della pena massima, così deve essere anche per la pena accessoria. L'avvocato generale e, prima di lei, il giudice relatore, hanno parlato per cinque minuti ciascuno, ricordando gli esiti del processo in tutti i gradi di giudizio, con i relativi capi d' imputazione. Ora stanno parlando i difensori del cavaliere, Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno, in aula al posto del professor Franco Coppi. Niccolò Ghedini ha depositato il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo relativo alla decadenza dell'ex premier da senatore.

    LA DIFESA La difesa di Silvio Berlusconi oggi durante l'udienza per la rideterminazione dell'interdizione dai pubblici uffici, ha chiesto di contenere la pena «limitandola al minimo edittale», e quindi a un anno. Gli avvocati dell'ex premier hanno inoltre sollevato tra l'altro una questione di legittimità costituzionale sulla legge Severino. Nel chiedere la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, la difesa di Silvio Berlusconi ha spiegato in sostanza, in relazione all'incostituzionalità eccepita sulle legge Severino, che non si può essere puniti con due pene accessorie come conseguenza della stessa condanna. Per Ghedini «c'è una sovrapposizione di norma, una duplicazione». L'altra eccezione di legittimità costituzionale è stata sollevata in relazione alla norma che riguarda il contenzioso fiscale. L'avvocato generale Laura Bertolè Viale ha chiesto alla corte di dichiarare inammissibile la questione in quanto «la legge Severino esula dalle competenze di questa corte». I difensori di Berlusconi stamattina hanno anche presentato ai giudici la documentazione relativa al 'conto' saldato da Mediaset con l'agenzia delle entrate.
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