La panchina di Mariella Forever

MATTEO RENZI..UN NOME UN PROGRAMMA

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  1. -Mariella-
     
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    IL PREMIER Dopo I RICHIAMI SU DEFICIT E CONTI PUBBLICI Renzi: «Se non arrivano i soldi in busta paga sono un buffone» A Porta a Porta il presidente del Consiglio torna sul suo piano. Replica alla Ue: «Rispetteremo i patti perché ce lo chiedono i nostri figli, non l’Europa» di Redazione Online 4 Governo ] IL PREMIER Dopo I RICHIAMI SU DEFICIT E CONTI PUBBLICI
    Renzi: «Se non arrivano i soldi
    in busta paga sono un buffone»
    A Porta a Porta il presidente del Consiglio torna sul suo piano. Replica alla Ue: «Rispetteremo i patti perché ce lo chiedono i nostri figli, non l’Europa»


    «Se il 27 maggio i soldi non arrivano vuol dire che Matteo Renzi è un buffone». Così il premier Matteo Renzi a Porta a Porta sull’impegno a dare mille euro in più in busta paga a fine anno a 10 milioni di persone, tra lavoratori dipendenti e assimilati (cioè i co.co.co). «È una piccola cosa ma non si è mai fatta», ha aggiunto il premier. E, ingenerale, sugli impegni annunciati mercoledì, Renzi ribadisce di essere pronto a far calare la scure sui costi della politica, sui manager e sulla spesa pubblica. Ma non sui pensionati, dice, smentendo il commissario Carlo Cottarelli e annunciando che la spending review traslocherà dal Tesoro sotto la campana della presidenza del Consiglio, così se i tagli non riusciranno sarà «colpa mia».
    Con sicurezza, inoltre, il premier torna a garantire che si tornerà al voto solo nel 2018. «Sono convinto - dice - che questa classe politica in Parlamento ha l’ultima chance per dimostrare che può fare le cose».
    Con questi messaggi, uscendo da Palazzo Chigi - dove, ironizza, vive «agli arresti domiciliari» in balia di Graziano Delrio che gli impedisce di fare «i fuochi di artificio» - Renzi si accomoda così, per la prima volta da premier, nel salotto di Bruno Vespa.

    Le misure

    «L’Irap è una tassa odiosa - dice Renzi - perché più crei posti di lavoro più lo Stato ti tassa». Purtroppo, ammette, il governo non ce la fa subito a «produrre uno choc» dimezzando il carico fiscale. Si parte dai ceti medio-bassi. E qui il premier non ha intenzione di derogare agli impegni assunti mercoledì: entro maggio taglio del cuneo fiscale, entro settembre, sblocco dei debiti della pubblica amministrazione.
    Di scadenze alla porta, non c’è solo il 27 maggio: «Sui debiti della Pubblica amministrazione, 22 miliardi Letta li ha pagati, il resto - ha detto Renzi- lo salderemo entro il 21 settembre».

    Le risorse

    Renzi torna ad escludere categoricamente un problema di coperture, «i soldi ci sono» e, snocciolando cifre, elenca i capitoli di spesa. Tagli dei costi della politica, a partire dalla «chiusura» del Senato elettivo, vendita online delle auto blu, «i simboli del potere», 500 milioni dalla riduzione degli stipendi dei manager pubblici, che guadagnano più del «presidente della Repubblica», 2,5 miliardi dall’innalzamento delle rendite finanziarie, bot esclusi, dal 20 al 26 «come in Europa».
    Renzi smentisce anche il commissario dei tagli che aveva ipotizzato un contributo delle pensioni tra i 2mila ed i 3mila euro, esclude patrimoniali ma chiede a Cottarelli di cercare i soldi negli sprechi dello Stato per arrivare fino a 7 miliardi di tagli nel 2014. «I 3 miliardi indicati dal commissario sono prudenziali perché pensava non ci fosse volontà politica», spiega il premier che non ha intenzione di guardare in faccia nessuno e per il futuro vuole anche i dirigenti pubblici «a tempo determinato». Per trovare le risorse attraverso la spending, Renzi, «d’accordo con Padoan», avoca a Palazzo Chigi la struttura operativa guidata da Cottarelli.
    Renzi torna anche sull’abolizione delle province, affermando che : «108 sedi di Bankitalia e 108 Prefetture piano piano vanno via». E aggiungendo: «Questo lavoro qui lo facciamo ad aprile».
    Tagli anche alla Difesa: «È chiaro che qualcosa tagliamo, l’ho detto anche a Pinotti che è d’accordo» dice il premier, spiegando che nel 2014 ci sarà un taglio di 100 milioni, nel 2015 di «1,5 miliardi» e nel 2016 di «2,2 miliardi».
    «I soldi non si possono spendere per il patto di stabilità che è un patto di stupidità» dice ancora Renzi. Stoccata, poi, alle organizzazioni di categoria: «Sarebbe da vedere quanti lavoratori rappresentano».
    Bisogna «eliminare i vitalizi e i rimborsi dei consiglieri regionali», annuncia infine Renzi. E cita Gerry Scotti: «Mi ha scritto su Twitter “sono stato parlamentare per cinque anni, voglio rinunciare al vitalizio ma non posso farlo”. Troveremo il modo di accontentarlo, ma è il segnale di una persona che si rende conto che anche il piccolo contributo personale è giusto».

    Vespa: «Televisivamente, sfonda»

    Renzi «ricorda proprio il primo Berlusconi, quello del 2001, del patto con gli italiani» commenta Bruno Vespa che stasera a Porta a Porta ospita il presidente del Consiglio al debutto nella trasmissione tv di Rai1 che ha visto in questi anni otto premier sedersi in quel salotto. «Come Berlusconi, ha cominciato a salutare le persone dal cortile e fin dentro lo studio. La platea lo stava a sentire e reagire. Lui è proprio uno straordinario comunicatore. Bisognerà vederlo nei fatti ma televisivamente sfonda», aggiunge Vespa. Il patto con gli italiani? «Ne abbiamo accennato un momento, ma lui ha commentato “porta male”».
    Ma a chi lo definisce il figlioccio di Silvio Berlusconi, per le sue abilità dialettiche, Renzi fa spallucce: «Non lo sono, ognuno ha il babbo che ha...». I voti del centrodestra, invece, li vuole ma esclude che siano le Europee le elezioni in cui il Pd potrà «scardinare» i consensi degli altri partiti.
    Il premier e l’Europa

    «Il governo italiano rispetta tutti gli impegni che ha con l’Europa, ma il più grande impegno è cambiare per far tornare l’Europa vicina ai cittadini». Nella giornata di giovedì Renzi replica anche ai dubbi europei sulle misure del suo governo. Lo fa durante un convegno sulla Ue alla Camera. Il portavoce Simon O’Connor aveva sottolineato che la Commissione europea «accoglie positivamente l’intenzione di ridurre il cuneo fiscale tramite risorse ottenute dalla spending review» ma anche ricordato «l’impegno dell’Italia a rispettare il Patto di Stabilità e di Crescita», che prevede di raggiungere un bilancio strutturale in pareggio nel medio termine, specialmente dato «l’elevato debito pubblico».
    A Porta a Porta, inoltre, il premier aggiunge: «Non teniamo in ordine i conti per fare un favore ai capi di Stato e di governo, ma perché chi non lo ha fatto in passato ha sbagliato. Lo dobbiamo ai nostri figli e non ai figli dei capi di Stato. È come se la nonna portasse i nipoti al ristorante e dicesse “ora lascio loro un bel conticino da pagare”».

    Marchionne: «Va veloce il ragazzo»

    Nella giornata di giovedì Renzi ha anche incassato di nuovo l’approvazione di Sergio Marchionne. «È stato veramente qualcosa di nuovo, di dirompente, di cui il Paese aveva veramente bisogno. Ha il mio totale appoggio», dice l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, commentando il piano Renzi per gli sgravi fiscali. Parlando a margine dell’assemblea degli azionisti della Svizzera Sgs, di cui è presidente, Marchionne aggiunge anche: «Bisogna dare uno scossone al sistema, altrimenti la baracca non si muove. Renzi deve andare avanti alla velocità della luce. Gli siamo tutti dietro». E, infine, chiude: «Sono orgoglioso di dove siamo arrivati. La cosa importante è farlo finire. Si è dato un traguardo piuttosto aggressivo. Io sono veloce, ma il ragazzo... Io ci avrei messo un paio di settimane in più. Con tutti questi obiettivi ha molto da fare».

    fonte corriere.it

     
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