La panchina di Mariella Forever

IN MEMORIA DI AMELIA MARY EARHART

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    Amelia Mary Earhart (Atchinson, 24 luglio 1897 – Oceano Pacifico, 2 luglio (?) 1937) è stata una aviatrice statunitense.

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    Biografia

    Amelia Earhart nasce nella casa dei nonni ad Atchinson, nel Kansas, dove la madre Amy preferisce partorire, mentre il padre, Edwin, fa pratica legale a Kansas City. Dopo due anni e mezzo nasce la sorella, Muriel. Nel 1905 i genitori di Amelia si trasferiscono a Des Moines, Iowa, lasciando le figlie con i nonni. Solo nel 1908 queste raggiungeranno i loro genitori.

    Nel 1914, Amelia decide di frequentare i corsi per infermiera, che la porteranno a prestare servizio in un ospedale militare in Canada, durante tutta la durata della Prima guerra mondiale. Nel 1920, all'età di 23 anni, va insieme al padre ad un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles.

    È in quell'occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e ad un anno di distanza, con l'aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo ad un'altitudine di 14.000 piedi.

    Nell'aprile del 1928 il capitano Hilton H. Railey, le propone di essere la prima donna ad attraversare l'Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii per le brutte condizioni del tempo, a bordo di un Fokker F7, chiamato Friendship (amicizia), decollano con Amelia Earhart, il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon. Sebbene sia relegata a ben poche funzioni, quando il team arriva in Galles, 21 ore dopo, gli onori sono quasi tutti per lei. Anche il Presidente Coolidge le invia con un cablogramma le sue personali congratulazioni.
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    L'8 aprile 1931, pilotando un autogiro Pitcairn PCA-2, stabilì il record mondiale di altitudine di 18.415 piedi (5.613 metri).

    All'inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, ha compiuto la trasvolata in solitaria; ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, il 21 maggio impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell'Irlanda del Nord. Il 24 agosto 1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles (California) e arrivando a Newark (New Jersey). Sempre determinata e con l'intento di arrivare dove altri hanno fallito diventa la prima persona ad attraversare il Pacifico da Oakland in California ad Honolulu nelle Hawaii.
    Amelia Earhart di fronte al suo aereo Lockheed L-10 Electra

    Nel 1937 sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1º giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore Frederick J. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di ben 29.000 miglia che la porterà a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l'Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio. Tutto quello che è superfluo nell'aereo viene rimosso per far posto a più carburante che possa consentire approssimativamente 280 miglia extra. Le mappe che Noonan ha a disposizione non si sono rivelate molto accurate, ma ormai sono in prossimità dell'isola di Howland, dove è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio. All'alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..." A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland.

    La notizia fa presto il giro del mondo, il Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di nove navi e 66 aerei per un costo stimato di circa quattro milioni di dollari. Le navi e gli aerei impegnati nella ricerca, il cui mandante era amico personale di Amelia, non giungono sul luogo se non dopo cinque giorni.

    Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano.
    Teorie alternative sulla scomparsa di Amelia Earhart

    Analizzando le varie teorie, tenta di resistere a tutte le obiezioni e scetticismi quella riguardante il coinvolgimento di Amelia in una missione di spionaggio. Secondo questa teoria, in una sosta erano stati potenziati i motori in modo tale che l'aereo potesse compiere una rotta più ampia, per arrivare a Howland nello stesso tempo che avrebbe impiegato viaggiando in linea retta. Questa teoria sostiene anche che furono montate delle potenti macchine fotografiche. Infine la trasvolatrice avrebbe poi simulato una avaria in modo tale da permettere agli americani di compiere le loro manovre. Il volo fu però compiuto di notte.

    Nell'isola Nikumaroro (Kiribati) sarebbe stata ritrovata la suola di una scarpa numero trentanove o quaranta dello stesso modello di quelle calzate da Amelia. In più, analizzando una foto della trasvolatrice che scende dall'ala dell'aereo si sarebbe risaliti al suo numero di scarpe, che è per l'appunto trentanove. L'isola sarebbe stata perlustrata in modo superficiale e dall'aria.

    Esiste anche un'altra teoria: sarebbe stata fatta prigioniera dai giapponesi con l'accusa di essere una spia ed in seguito giustiziata. Una donna afferma di averle parlato via radio mentre era tenuta prigioniera. Un'altra donna fornisce un'ulteriore testimonianza su alcuni dialoghi scambiati con una presunta Amelia, aggiungendo di aver assistito al momento dell'esecuzione; afferma di aver taciuto per più di 30 anni temendo che, parlando della Earhart, avrebbe potuto essere arrestata.

    Secondo il documentario della National Geographic "Where's Amelia Earhart?" (2008), Amelia sarebbe stata prigioniera dei giapponesi con l'accusa di essere una spia e sarebbe morta giustiziata o per la dissenteria. Inoltre il documentario raccoglie numerose testimonianze, anche di soldati giapponesi che giurerebbero di aver incontrato la Earhart prigioniera insieme a Frederick J. Noonan tra le isole Marshall e Palau. Un ex soldato americano di stanza in Pacifico, sempre nel documentario, ha giurato sulle sue due medaglie al valore, di aver trovato a Guam una cassaforte con all'interno una valigetta che conteneva documenti e mappe riconducibili sempre alla Earhart e di averli consegnati ad un ufficiale ma di quei documenti non si è saputo più nulla. Secondo un'altra versione sarebbe sopravvissuta ai campi di prigionia e poi tornata in America sotto il falso nome di Irene Craigmile Bolam trascorrendo una tranquilla anzianità, ma esami forensi nel 2006 hanno concluso che la Bolam non è la Earhart.

    Nel dicembre 2010, in uno scavo sull'isola di Nikumaroro, alcuni ricercatori hanno ritrovato dei resti ossei e li hanno attribuiti all'aviatrice. Questi frammenti dimostrerebbero in teoria che la donna sarebbe morta sull'isola dopo essere precipitata. Nella stessa area sono stati ritrovati vecchi trucchi, bottiglie di vetro e dei gusci aperti con un coltello.[1]
    Nella cultura popolare
    Cinema
    Amelia Earhart in una foto del 1930

    Nel 2009 è stato realizzato un film biografico sulla sua vita intitolato Amelia. Il film è diretto da Mira Nair ed interpretato da Hilary Swank, nel ruolo della Earhart.

    Nel film Una notte al museo 2 - La fuga, secondo episodio della fortunata commedia che vede protagonista Ben Stiller nei panni di un guardiano notturno del museo di Storia Naturale, Amelia Earhart diventa uno tra i personaggi principali del film ed aiuterà il protagonista nella sua avventura. Ad interpretare la Earhart è l'attrice Amy Adams.

    Nella versione originale del film Il Corvo viene citata nella battuta: «"This the victim?" "No, it's Amelia Earhart. We found her, detective, and you missed it.», tradotta in italiano con «"È la vittima?" "No ispettore. È Amelia Earhart. Noi l'abbiamo trovata, detective, e voi ve lo siete perso."»

    Nel film comico Una pallottola spuntata 33 1/3 il protagonista, spulciando un archivio, trova tra le cartelle contenenti i più celebri casi irrisolti della storia americana, anche una intestata all'aviatrice.
    Televisione

    Nell'episodio Una nuova terra di Star Trek: Voyager viene citata Amelia Earhart facendo riferimento a un presunto rapimento da parte di extraterrestri. Alla fine dell'episodio Terra Nova di Star Trek: Enterprise viene citata da Travis Mayweather che elenca a T'Pol alcuni misteri irrisolti del pianeta Terra. Nella sigla iniziale della stessa serie di Star Trek - Enterprise viene mostrata per alcuni secondi Amelia Earhart mentre sale sul suo aereo. In "Star Trek - The Next Generation" viene citata una "base stellare Earhart", dove Picard era di stanza mentre era in attesa del suo primo incarico.

    Nell'episodio La lotteria (nona stagione episodio 18) di Friends, Ross afferma che gli sarebbe piaciuto sapere cosa sia davvero accaduto ad Amelia Earhart.

    In Taken Amelia Keys si presenta a Jesse Keys dicendo di chiamarsi proprio come la pilota scomparsa anni prima.

    Il 12 giugno 1994 negli Stati Uniti d'America viene mandato in onda il film tv Amelia Earhart: The Final Flight: in quell'occasione Amelia fu interpretata da Diane Keaton[2].
    Musica

    Amelia Earhart viene citata in alcune canzoni:

    Amelia di Joni Mitchell
    Someday We'll Know dei New Radicals, cantata in seguito anche da Mandy Moore e Jon Foreman e dagli America nel loro ultimo album Back Pages.
    I Miss My Sky (Amelia Earhart's Last Days) di Heather Nova
    Amelia di Vanessa Peters & Ice cream on mondays
    Amelia Earhart degli Handsome Family
    L'aviatrice di Antonella Ruggiero, è un brano che la cantante italiana ha voluto dedicare alla storia e alla memoria di Amelia. Contenuto nell'album del 2003 dal titolo Antonella Ruggiero
    Amelia Earhart di Susanna Parigi, brano composto dalla cantante e autrice italiana, ispirato alla storia della celebre prima aviatrice. Contenuto nell'album del 1999 dal titolo Scomposta

    Letteratura

    Viene anche presa come modello per uno dei libri di Jeffery Deaver "Lo scheletro che balla" in cui una delle protagoniste ispirandosi al personaggio di Amelia, decise di seguire la carriera di aviatrice.
    Videogiochi

    Nel simulatore di volo della Microsoft, Flight Simulator 2004 è possibile prendere i comandi del famoso aereo di Amelia Earhart: il Lockheed Vega.
    Nel gioco Animal Crossing: Let's Go to the City appare un'abitante chiamata Amelia, un'aquila: probabilmente un omaggio allo spirito volante della pilota.

    Civil Air Patrol

    La Civil Air Patrol prevede fra i riconoscimenti da assegnare ai suoi migliori cadetti l'Amelia Earhart Award.

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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    Nikumaroro, a duemila km dalle Hawaii
    Amelia Earhart, «l’aviatrice
    morì di stenti su questo atollo»
    L’americana è scomparsa nel Pacifico nel 1937 durante un avventuroso volo. Un foglio di alluminio, recuperato 25 anni fa, potrebbe appartenere al velivolo dell’aviatrice
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    Un altro passo nel mistero di Amelia Earhart, l’americana scomparsa nel Pacifico nel 1937 durante un avventuroso volo. Un foglio di alluminio, recuperato 25 anni fa sull’atollo di Nikumaroro, potrebbe appartenere al velivolo dell’aviatrice. Dell’esistenza di questo reperto si è parlato più volte, ma adesso gli specialisti del Tighar, il gruppo che indaga sul giallo, sono quasi certi di avere la prova: quel frammento ha una sorta di «impronta» che lo collega all’aereo, l’ Electra. Un pannello che era stato sistemato durante uno scalo a Miami (dettagli raccontati dal sito News.discovery.com).

    Il mistero della scomparsa

    È un caso intricato. Amelia decolla da Lae, Nuova Guinea, il 2 luglio 1937. A bordo, con lei, il navigatore Freed Noonan. Si dirigono verso est, la prossima tappa è l’isola di Howland. Non vi arriveranno mai. L’aereo scompare nella zona di Nikumaroro, 2 mila chilometri a sud ovest delle Hawaii. Le ricerche non portano a risultati, troppo vasta l’area. Solo tre anni dopo sull’atollo sono recuperate ossa umane e due scarpe. Elementi che però nel frattempo vanno perduti.
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    Ipotesi e tracce

    Molte le ipotesi. C’è chi pensa che Amelia sia stata catturata dai giapponesi e accusata di spionaggio. O che abbia organizzato una finta scomparsa. Teorie che si inseguono insieme alla nuove ricerche. Importanti quelle degli specialisti del Tighar che, dopo una spedizione a Nikumaroro, tornano con indizi importanti. Resti di un vasetto di crema che l’aviatrice era solita usare, pezzi di due bottigliette degli anni 30, ossicini di animali tra le pietre di un focolare. E il pezzo di alluminio.

    L’avaria

    Per gli investigatori l’aereo ha avuto un’avaria costringendo Amelia ad un atterraggio d’emergenza a Nikumaroro. Un impatto, però, che non mette fuori uso la radio, tanto è vero che l’aviatrice ha mandato dei segnali di emergenza che sono interpretati come degli scherzi. Senza viveri e acqua, l’aviatrice e Noonan hanno cercato di organizzarsi con quel poco che c’è sull’atollo. Un tentativo disperato. Alla fine sono morti di stenti mentre il mare e le tempeste hanno fatto sparire il relitto. Che però, secondo alcuni, potrebbero essere comunque nelle vicinanze dell’isola.
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    corriere.it/
     
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