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PORCELLINO D'INDIA FRITTO O AL FORNO,
LA MODA USA. E GLI ANIMALISTI APPROVANO
WASHINGTON - In Italia giocano ancora in gabbia, tra palline e tunnel, ma negli Stati Uniti il porcellino d'india, il piccolo e simpatico mammifero della famiglia dei roditori, rischia sempre più spesso di fare ben altra fine: servito in tavola, grigliato o fritto, e con contorno di verdura. Complice l'intensa immigrazione dai paesi latinoamericani, il porcellino d'india aveva già fatto capolino da qualche anno nei ristoranti etnici, soprattutto californiani.
Oggi però in tutto il Paese crescono gli estimatori della specialità andina - in spagnolo, «el cuy» - anticamente conosciuta tra gli Incas come «il cibo sacro degli Dei». Le associazione ambientaliste sono state tra le prime ad appoggiare la nuova «tendenza culinaria» visto che questo roditore, la cui carne è peraltro ricchissima di proteine, può essere allevato anche a basso impatto ambientale, nel giardino di casa e a costi ridotti.
Hanno fatto seguito alcune Ong ed associazioni umanitarie americane che nella promozione del «cuy» vedono un modo per incoraggiare la produzione alimentare locale di Perù, Equador e Colombia, per non parlare dei dietologi che considerano questa carne, dal punto di vista nutritivo, meno grassa e il doppio più efficiente del manzo.
Dopo aver esordito sui menù di vari ristoranti, a San Francisco e a Los Angeles, il porcellino sta effettivamente conquistando la sua fetta di mercato anche sull'altra sponda dell'Oceano: in Connecticut, per esempio, le importazioni sono quasi raddoppiate negli ultimi quattro anni, da 600 mammiferi a oltre mille, secondo dati riportati dall'emittente Usa Npr. Tutto fa pensare che uno dei più forti tabù alimentari della società americana - mai mangiare gli adorabili «pets» - stia davvero per crollare.
fonte leggo.it
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