Addio a Johnny Winter, le leggenda del blues

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    si e’ spento in un albergo di zurigo
    Addio a Johnny Winter, il bluesman albino che incendiò Woodstock
    Se ne è andato a settant’anni, dopo una vita di eccessi, il leggendario chitarrista texano
    Cresciuto nel mito del Delta, si era esibito con Hendrix e aveva suonato fino all’ultimo


    Sembrava un sopravvissuto, di un’età eroica, indomito nel calcare i palchi ad ogni angolo del Pianeta, pure i più umili, anche se la salute non lo sorreggeva più da un pezzo: ma a Johnny Winter, bluesman albino che sembrava venuto da un altro mondo, bastava dare una chitarra e, d’incanto, la musica fluiva, fulminante, diretta, intensissima.

    Dal Sud a Woodstock

    Ma non si può rinviare il proprio destino all’infinito: Johnny se ne è andato a 70 anni, in una camera d’albergo di Zurigo, dove era arrivato dopo aver suonato in Austria. Ecco, sempre sul pezzo, da sempre. Da quando, texano, partì dal sud, dalle leggende del Sound del Delta della sua gioventù, Muddy Waters, John Lee Hooker o Willie Dixon per contaminare col blues il pop e il rock di Woodstock: la sua performance, lunga nove canzoni, incendiò i prati della tenuta dello stato di New York e lo rese celebre ovunque. Abilissimo nel trasformare in nuovi brani classici altrui, da Dylan e Chuck Berry, Johnny si rivelò fragilissimo nella vita lontano da amplificatori e pedali , spesso turlupinato da impresari senza scrupoli.

    Janis & Jimi

    E , caduto anch’egli nel clichet molto Sixties degli eccessi, vi sopravvisse, pur portandone i segni per sempre: lo ricordiamo in un’intervista prima di uno show a Milano, quasi non vedeva e faceva fatica a connettere i ricordi, ma aveva abbastanza lucidità per rievocare i leggendari duetti con Jimi Hendrix, la passione da lui non ricambiata per Janis Joplin, mentre Woodstock era un’immagine evanescente («salii sul palco addormentato, mi misero la chitarra al braccio e iniziai a suonare»). Ecco la chiave, tutta questa frase: datemi sei corde , preferibilmente di una Gibson Slide, e vi solleverò il mondo. Fino a un mercoledì sera, in una stanza d’albergo di Zurigo, fino all’ultimo secondo.


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