La panchina di Mariella Forever

Se il bimbo impara la musica, il cervello cresce di più

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    18 marzo 2009 - La musica è una linfa vitale per il cervello: se si studia da bambini, aiuta lo sviluppo del loro cervello che "cresce" in modo differente da quello dei coetanei che non suonano e non studiano musica. Basta seguire delle lezioni per un anno o poco più per modificare l'encefalo dal punto di vista strutturale e funzionale.

    La scoperta, che si deve al team di Gottfried Schlaug della Harvard Medical School di Boston, è una prova che il "genio musicale" è in realtà il risultato del duro lavoro di esercizio più che una dote innata. Pubblicato sul Journal of Neuroscience, lo studio evidenzia che alla base di tutto cè la plasticità cerebrale e che nei bambini la musica scolpisce il cervello trasformandolo proprio in virtù della sua plasticità.

    "Questo è il primo studio che dimostra che la mente dei bambini che studiano musica si sviluppa in modo differente da quello dei coetanei che non studiano musica", ha detto Schlaug. Già in passato sono stati eseguiti studi per mostrare gli effetti della musica e si è visto per esempio che l'encefalo degli adulti che studiano musica è diverso dal quello di individui che invece non hanno questo hobby.

    In questa ricerca ci si è concentrati su bimbi di sei anni per vedere se quella del musicista è una dote innata o acquisita. Gli esperti hanno coinvolto un campione di bambini che non avevano mai suonato e a parte di loro hanno fatto seguire per un anno e mezzo lezioni di piano. Prima e dopo il corso il cervello di tutti i piccoli è stato monitorato con la risonanza magnetica funzionale.

    Dopo un anno e mezzo il cervello dei bimbi che avevano seguito lezioni di musica risulta modificato in modo differente rispetto a quello dei coetanei che non hanno studiato musica: le loro aree neurali motorie e uditive sono cresciute di più. La musica dunque è un toccasana per il giovane cervello di un bambino che viene letteralmente forgiato dalle note, lo fa "crescere" come la ginnastica aiuta a sviluppare i muscoli.
     
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    La musica? Un gioco da bambini



    L’ascolto di brani nei primi anni di vita è importante perché consente ai bambini di capire la musica come il linguaggio.

    “Ma che musica!”: è questo il titolo di un libro per bambini, edito da Curci, colorato e pieno di illustrazioni, con un cd nella quarta di copertina. Sembra un semplice libro-gioco ma in realtà nelle poche pagine condensa i principi fondamentali di un metodo creato per avvicinare e preparare alla musica e che sostiene che l’uomo è musicale fin dalla nascita e forse anche nella sua vita prenatale.

    I curatori del libro, Andrea Apostoli per i testi e la selezione delle musiche e Alexandra Dufey, per le illustrazioni, si sono basati sul metodo Edwin E. Gordon, che – si legge sull’Unità – “non è soltanto un sistema di insegnamento, ma corrisponde a una teoria generale dell’apprendimento della musica, frutto di oltre 50 anni di studi che questo professore della University of South Carolina ha intrapreso dopo aver lasciato il suo posto di contrabbassista nella formazione di gene Krupa, batterista jazz”.

    IL METODO GORDON – Già nel pancione e poi dai primi giorni di vita ascoltare musica (ma che sia varia, complessa, di diversi stili e culture) favorisce nel neonato la crescita di quella facoltà musicale che Gordon chiama ‘audiation’ che si forma fino a nove anni. “Quello che il fanciullo sarà in grado di apprendere e di fare con i suoni – conclude l’articolo - e come la musica non sarà per lui solo una carta da parati sonora ma un universo di sorprese e di sento, dipenderà da quanto si è sviluppata questa facoltà più o meno in un decennio.”

    Informazioni sul metodo Gordon: www.aigam.org (in italiano) e www.giml.org.

    LA MUSICA DEL LIBRO - I brani contenuti nel cd non sono solo musiche semplici da bambini, ma anche pezzi complessi, commenta l’articolo. Oltre all’orecchiabile Volo del calabrone di Nikolaij Rimskij-Korsakov, c’è il Preludio di Dmitrij Sostakovic oppure l’Adagio della Sonata per violoncello e pianoforte di Claude Debussy. Colpisce poi il mix di brani che comprende diversi stili, epoche e aree geografiche: c’è il jazz sinfonico del Leonard Bernstein di West Side Story, il jazz allegro di A Tisket, A Basket, la musica africana con Akesiyibongeni Leyondoda, il Rinascimento italiano di Orazio Vecchi, il Sud America con le Bachianas Brasileira di Villa-Lobos.

    fonte.nostrofiglio.it
     
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