La panchina di Mariella Forever

TIROIDE CONOSCERE LE CAUSE PATOLOGIE

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    Questo post viene aperto , per essere il primo passo, verso la corretta conoscenza della nostra ghiandola, capire e conoscere le sue patologie, capire quali sono gli esami da fare per controllare il suo corretto funzionamento.....






    La tiroide è una ghiandola endocrina (cioè a secrezione interna)a forma di farfalla, posta nella parte anteriore del collo, ha due lobi collegati da un sottile istmo. Posteriormente alla tiroide sono situate 4 piccole ghiandole, le paratiroidi ognuna delle dimensioni di un chicco di riso. Raramente le paratiroidi possono essere alloggiate dentro la parte posteriore della tiroide (0,5% dei casi).Esse sono importanti perchè regolano i livelli di calcio nel sangue.


    La tiroide ha un ruolo importantissimo per regolare il metabolismo del nostro corpo e le sue funzioni, tra le quali: sviluppo del sistema nervoso centrale,cuore e pressione, accrescimento corporeo, al controllo di numerose funzioni metaboliche. Per fare questo produce ormoni tiroidei specifici sotto forma di tiroxina (T4) e triiodiotironina (T3).
    Sono gli ormoni tiroidei a dire all'organismo quanto veloce deve lavorare e come usare l'energia; essi inoltre hanno un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo degli organi: regolano la velocità dei battiti del cuore e la pressione, il livello di colesterolo, il peso corporeo, la forza muscolare, le condizioni della pelle, dei capelli, delle unghie, l'acutezza mentale, la parola, la vista, il ritmo delle mestruazioni, lo stato mentale e tante altre funzioni.
    Possiamo in alcuni casi accorgerci quando funziona troppo o troppo poco.
    il centro funzionale della tiroide è rappresentato dai follicoli, sfere di tessuto rivestite da un unico strato di tireociti o cellule follicolari.

    Al loro interno è contenuta la colloide costituita da una sostanza gelatinosa detta tireoglobulina (Tg),essa rappresenta un "magazzino" in cui sono conservati gli ormoni tiroidei e da dove sono liberati a seconda delle esigenze dell'organismo.

    Gli ormoni contengono iodio, che pertanto è un componente essenziale per la loro produzione, inoltre esso "aiuta" la conversione del carotene in vitamina A, la sintesi delle proteine e dei carboidrati a livello intestinale. Lo iodio proviene dall'acqua che beviamo e dai cibi che mangiamo in quantità variabili; è importante quindi che sia presente in quantità sufficiente nella nostra alimentazione.La dose giornaliera di iodio consigliata è di 150microgrammi e di 250 microgrammi per le donne incinte, ovviamente le dosi si riferiscono a soggetti sani, chi ha problemi è bene che senta prima uno specialista, perchè in alcuni casi tipo nell'ipertiroidismo cagionerebbe danno ingerire grosse quantità di iodio! Una carenza di iodio determina un malfunzionamento della tiroide e la tendenza al gozzo. A livello preventivo, si può integrare l'alimentazione con l'utilizzo di sale iodato.
    La carenza iodica nel suolo e di conseguenza negli alimenti costituisce un fattore predisponente alla patologia tiroidea.

    Lo iodio assunto tramite l'alimentazione viene assorbito, ed e' captato dalla tiroide che lo immagazzina. La funzione della ghiandola è controllata dall'ipofisi mediante un ormone detto TSH; se l'ormone tiroideo si abbassa , il TSH comanda la sua liberazione dalla tiroide; se invece circola troppo ormone tiroideo , l'ipofisi mette a riposo la ghiandola tiroidea.

    I primi accertamenti ai quali sottoporsi, per escludere o evidenziare problemi tiroidei, sono gli esami del sangue con i vari dosaggi ormonali e degli anticorpi. (TSH, T3, T4, Anticorpi TPO, Anticorpi Anti Tireoglobulina ANTI-TG, calcemia)

    Gli Anticorpi Anti Perossidasi(TPO) sono prodotti verso il piu' importante enzima coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei. Esplicano un danno cellulare mediante l'attivazione del sistema complementare. Questi anticorpi di classe IgG sono presenti in quasi tutte le malattie autoimmuni tiroidee quali la malattia di Hashimoto, il mixedema, la malattia di Graves-Basedow. La combinazione di questo test insieme alla determinazione degli anticorpi anti-tireoglobulina e' indispensabile nella diagnosi differenziale anche se gli anticorpi anti-perossidasi (ATPO) sono di maggiore importanza patogenetica, in quanto si correlano con la fase attiva della patologia.

    Gli Anticorpi Anti-Tireoglobulina possono essere rilevati nel 40%-70% di pazienti affetti da tiroidite cronica, nel 70% di pazienti affetti da ipotiroidismo, nel 40% di pazienti affetti da morbo di Graves-Basedow, ed in una piccola percentuale di pazienti affetti da altre patologie autoimmuni, in particolare anemia perniciosa.

    Le alterazioni dei livelli di T3 e/o di T4 , e le corrispondenti alterazioni del TSH, ci indicano se esiste una normale funzione tiroidea, oppure se la ghiandola funziona poco o troppo.
    Il TSH , moderatamente elevato, in presenza degli altri indici normali, indica una condizione di ipofunzione, che nella maggior parte dei casi,viene già trattata con un'opportuna terapia( ipotiroidismo sub clinico).

    Il TSH è inoltre particolarmente utile per definire la corretta applicazione di una terapia con ormone tiroideo.
    Se il TSH è ridotto, significa che la ghiandola sta funzionando troppo (ipertiroidismo), in caso contrario invece, se il TSH è alto, la tiroide sta lavorando poco( ipotiroidismo).
    La ghiandola può subire infiammazioni (tiroiditi) o ingrandirsi (gozzo), o produrre una o più tumefazioni (noduli); alcuni di questi noduli possono essere sedi di tumori.

    Una volta valutati i risultati degli esami con un buon medico endocrinologo, sarà lui a prescrivere gli eventuali accertamenti per ogni caso, valutando prima la situazione di familiarità, eventuali altre patologie del paziente, la presenza di noduli alla palpazione della ghiandola.
    Il medico esamina la regione anteriore del collo compiendo un accurato esame obiettivo, alla ricerca di un aumento diffuso della ghiandola o di nodularità (vedi figura) .
    Nella storia del Paziente saranno inoltre indagati sintomi che possono avere un riferimento alla funzione della tiroide:

    - tachicardia (battiti del cuore troppo frequenti)
    - insonnia
    - tremori
    - ansia
    - scarsa adattabilità al freddo o al caldo
    - depressione
    - dimagrimento
    - dolori muscolari
    - anemia
    - aumento di peso
    - modificazioni della voce
    - caduta dei capelli
    - irregolarità mestruali
    - disfunzioni sessuali

    Solo dopo questa fase di anamnesi, potrà prescrivere uno o più di questi esami: la scintigrafia, l'ecografia, l'agoaspirato a volte alcuni medici a seconda dei casi ricorrono anche ad esami come la radiografia, la tac, la risonanza magnetica. per andare a fondo nella valutazione del caso.

    Ago-aspirato (Agobiopsia-Esame citologico)

    Questo tipo di esame si applicano in caso di patologia nodulare di ogni genere (noduli "freddi" alla scintigrafia, noduli scoperti in ecografia e non identificati alla scintigrafia).
    Sotto controllo ecografico o durante esperta palpazione si "punge" il nodulo e si aspira materiale cellulare. L'esame del materiale aspirato deve essere eseguito da personale altamente qualificato, per garantire al paziente il minimo fastidio possibile in fase d'esame. Se durante la puntura sul nodulo si aspira sangue in eccesso ed il campione non risulta valutabile, la procedura DEVE essere ripetuta!Idem se viene aspirato in un nodulo prevalentemente colloidoicistico, solo il liquido cistico.L'esame di per se, non crea grossi disagi, ne eccessivo fastidio. Il dolore percetipo è quello di una semplice puntura, e dura pochi secondi.

    Scintigrafia
    La scintigrafia tiroidea, invece, è un’indagine condotta per valutare la distribuzione di un colorante radioattivo iodato (radioiodio) nel parenchima della tiroide, dimodocchè aree ipercaptanti, tramite un computer, assumano colorazione convenzionale in giallo ed in rosso (colori vivi) ed aree ipocaptanti in azzurro e verde.
    Si esegue somministrando un indicatore radioattivo che viene assorbito della tiroide e la cui presenza è rilevata da una apparecchiatura predisposta a riconoscerne la presenza, la distribuzione e l’entità della fissazione.
    E' particolarmente utile nei casi di nodularità tiroidee in quanto ci informa se il nodulo ha forte o debole affinità con l'indicatore e sarà possibile distinguere i noduli freddi, ipocaptanti, di natura sospetta displasica o neoplastica (infatti il tessuto tumorale perde la sua funzione di captazione) e noduli caldi, o aree ipercaptanti (adenoma tiroideo, m. di plummer, adenoma tossico). Nel primo caso , nodulo caldo, le aree circostanti della ghiandola saranno scarsamente rappresentate indicando una stato di "riposo" di tali zone (adenoma tiroideo con soppressione funzionale del resto della ghiandola) ; nel secondo caso , nodulo freddo, dovremo ricorrere ad ulteriori accertamenti di tipo citologico per definire la natura benigna o maligna del nodulo stesso.

    Ecografia

    E' una indagine semplice, innocua,indicata in tutti i casi senza alcun problema per l'età, il sesso, la gravidanza o l'allattamento. L'esame deve essere eseguito con operatori qualificati con apparecchi dotati di sonde ad alta risoluzione. Ripetendo una ecografia per apprezzare modifcazioni tiroidee nel tempo, è buona norma eseguire l'esame possibilmente sullo stesso apparecchio e con lo stesso operatore. L'ecografia ci fornisce informazioni morfologiche sulla ghiandola (forma, dimensioni, presenza di noduli) e sui linfonodi delle aree vicine. Non ci fornisce invece un giudizio funzionale.
    Un medico esperto già dall'ecografia riesce a prelevare nozioni indicative, ma non conclusive sulla patologia e sugli ulteriori esami di diagnosi da fare.

    ANDREMO A VEDERE ADESSO UNO PER UNO QUALI SONO I VARI DISTRURBI, E, LE VARIE PATOLOGIE CHE INTERESSANO QUESTA GHIANDOLA

    Iniziamo a parlare dell'IPERTIROIDISMO
    Come abbiamo già detto, l'eccesso di ormone in circolo nell'organismo, testimonia che la nostra tiroide, sta lavorando troppo, dando origine a quello che si chiama ipertiroidismo.
    Il termine di tireotossicosi indica anch’esso la presenza di quantità di ormone troppo elevate, ma si riserva in genere a situazioni derivate da fatti infiammatori a carico della ghiandola o da esagerate assunzioni farmacologiche di ormone tiroideo o ancora da patologie tumorali extratiroidee.

    Le seguenti patologie portano all'ipertiroidismo:

    morbo di Basedow
    gozzo iperfunzionante
    un nodulo iperfunzionante (adenoma tossico)
    inappropriata secrezione di TSH
    secrezione tumorale di fattori TSH simili
    tiroiditi
    assunzione farmacologica in eccesso di ormone tiroideo
    tumori ovarici
    metastasi di tumori tiroidei differenziati

    i sintomi dell'ipertiroidismo

    nervosismo
    debolezza, stanchezza
    intolleranza al caldo
    perdita di peso
    palpitazioni
    aumento dell’appetito
    tendenza alla diarrea
    disturbi mestruali
    iperattività
    tachicardia
    aumento della pressione arteriosa
    cute calda liscia e sottile
    tremori
    ginecomastia (aumento del volume delle mammelle nel maschio)
    esoftalmo


    Nel Morbo di Basedow , è presente l’oftalmopatia basedowiana , una patologia impegnativa dell’occhio, e il mixedema pretibiale, un gonfiore delle gambe assai caratteristico, questo per chiarire che in determinate patologie, vi è la presenza tipica di alcuni sintomi.



    Come si cura l'IPERTIROIDISMO

    Classicamente la terapia degli ipertiroidismi puo’ essere farmacologica, radiometabolica o chirurgica.
    La terapia con radio iodio (TERAPIA RADIOMETABOLICA) distrugge il tessuto tiroideo iperfunzionante e solitamente ne esita una ridotta funzionalità della ghiandola che richiede poi l’assunzione di ormone tiroideo. La chirurgia si riserva ai grossi gozzi oppure si sceglie se la paziente è in giovane età, e si è già provata la terapie farmacologica senza buoni risultati.

    IPOTIROIDISMO

    l'Ipotiroidismo invece,è la situazione clinica durante la quale, la nostra tiroide, secerne ormoni insufficienti .

    Le seguenti patologie portano all'ipotiroidismo

    esito di chirurgia demolitiva della tiroide
    terapia radio-iodio
    malattie metaboliche da accumulo
    agenesia , ectopia della tiroide
    tiroidite cronica
    carenza o eccesso di iodio
    farmaci antitiroidei
    sostanze anti tiroidee presenti nella dieta o nell’ambiente
    lesioni ipotalamo ipofisarie
    resistenza generalizzata agli ormoni tiroidei
    gravidanza (tiroiditi post partum o anticorpi bloccanti)

    i sintomi dell'ipotiroidismo


    debolezza, sonnolenza
    intolleranza al freddo
    intolleranza al caldo
    stipsi
    aumento di peso
    perdita di appetito
    secchezza e perdita dei capelli
    disturbi della memoria
    pelle secca
    palpebre gonfie
    gambe gonfie
    mestruazioni eccessivamente abbondanti
    ingrossamento della lingua
    affanno, dolori muscolari
    colesterolo elevato
    anemia


    Come si cura l'IPOTIROIDISMO

    La terapia consiste nel ripristinare corretti livelli di ormone tiroideo somministrandolo ogni giorno. Si impiega la levotiroxina (L-T4) a dose adeguata a mantenere un normale equilibrio di TSH, ft3 ed ft4.


    TIROIDITI

    La tiroidite è una infiammazione della ghiandola tiroidea e la causa più comune di ipotiroidismo.
    Quando i pazienti con tiroidite hanno dei sintomi, questi sono di solito quelli dell'ipotiroidismo.
    E' inoltre comune avere una tiroide ingrandita che può poi rimpicciolirsi col tempo.
    La tiroidite più comune è la tiroidite cronica di Hashimoto, una patologia del sistema immunitario che non causa dolore.
    La tiroidite di Hashimoto colpisce circa il 5% della popolazione adulta, aumentando di frequenza, in particolare nelle donne, col progredire dell'età, ha carattere autoimmunitario, è molto spesso completamente asintomatica, e può essere associata ad altre patologie autoimmuni.
    Un'altra forma, che colpisce le donne in età fertile, è la tiroidite post-partum. Si presenta nel 5-9% delle donne subito dopo aver partorito ed è di solito una condizione transitoria.
    Le infezioni virali e batteriche possono anch'esse causare una tiroidite, che si accompagna a dolori al collo e segni di ipertiroidismo.


    La tiroidite di Hashimoto o tiroidite cronica autoimmune è una malattia organo-specifica, a patogenesi autoimmune, caratterizzata morfologicamente da una cronica infiltrazione linfocitaria e da frequente evoluzione verso l’ipotiroidismo. La positività degli autoanticorpi circolanti, anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina (anti-TG), sottende la patogenesi autoimmune e, al tempo stesso, ha un fondamentale significato diagnostico. I meccanismi del danno d’organo sono complessi e comprendono la partecipazione dell’immunità umorale e di quella cellulo-mediata.

    La tiroidite cronica autoimmune è la forma più comune di tiroidite e la sua prevalenza è nettamente superiore nel sesso femminile e nell’età avanzata. Qualora si prendano in considerazione anche le forme asintomatiche, definite dall’esclusiva positività anticorpale, esse sembrano costituire in assoluto la più frequente tireopatia, soprattutto se si considerano le aree non iodio-carenti.

    La definizione generale di tiroidite cronica autoimmune comprende le seguenti varianti morfologiche e cliniche:

    1. tiroidite di Hashimoto propriamente detta, caratterizzata da gozzo diffuso con o senza ipotiroidismo;
    2. tiroidite autoimmune asintomatica ad impronta atrofica, definita dalla positività autoanticorpale, in assenza di gozzo o di franco ipotiroidismo;
    3. mixedema idiopatico, che si manifesta con ipotiroidismo conclamato, in assenza di gozzo, con anticorpi spesso negativi.
    Considerando le tiroiditi autoimmuni nel loro insieme, si può dire che il quadro obiettivo-sintomatologico è assai variabile nei singoli soggetti, dall’assoluta asintomaticità, alla presenza di gozzo di variabili dimensioni, con o senza ipotiroidismo.


    L’evoluzione in senso ipofunzionale è imprevedibile nel singolo soggetto, poiché può manifestarsi in qualsiasi fase della malattia: talora rappresenta la manifestazione di esordio, ma più frequentemente compare in pazienti con positività anticorpale nota da anni. In molti casi, la comparsa di segni e sintomi conclamati di ipofunzione segue una fase di ipotiroidismo subclinico, che è definito dall’elevazione isolata del TSH, con normalità degli ormoni tiroidei, in pazienti del tutto asintomatici.
    La progressione verso l’ipotiroidismo conclamato è più frequente nei maschi, mentre nelle donne la frequenza aumenta in età superiore a 45 anni. In generale, è stato stimato che i pazienti con anticorpi positivi vadano incontro ad ipotiroidismo conclamato con una frequenza del 2-4% all’anno. Raramente si possono osservare fasi transitorie di iperfunzione, legate a rapida progressione del danno parenchimale con dismissione di ormone preformato o a fasi di ipersecrezione mediate da anticorpi stimolanti il TSH (cosiddetta Ha****ossicosi). Del tutto eccezionale è la presenza di oftalmopatia autoimmune.La diagnosi si avvale, oltre agli elementi anamnestico-obiettivi, del dosaggio degli anticorpi antitiroide circolanti, in particolare degli anti-TPO, che risultano positivi in oltre il 90% dei casi. Utile supporto viene fornito dall’ecografia, che dimostra un’ecostruttura diffusamente ipoecogena, disomogenea, con margini irregolari e polilobulati.

    Come curare le tiroiditi


    In caso di ipotiroidismo conclamato, il trattamento universalmente riconosciuto prevede la somministrazione di L-tiroxina a dosaggio sostitutivo, tale da riportare il TSH nei limiti di normalità, tra 1 e 4 mU/l. La posologia di L-tiroxina è generalmente compresa tra 1 e 2 #956;g/Kg/die, ma deve essere calibrata individualmente.

    Nei casi di tiroidite associata a gozzo, con o senza ipotiroidismo, può essere opportuno aumentare la posologia della tiroxina, in modo da ottenere la parziale o completa soppressione del TSH, con finalità antistrumigena. Nei casi di tiroidite senza gozzo e normale funzionalità tiroidea, o di ipotiroidismo subclinico (TSH compreso tra 4 e 10 #956;U/ml e ormoni tiroidei nella norma), l’opportunità di instaurare un trattamento deve essere valutata nel singolo caso, tenendo conto di vari fattori individuali quali:

    l’età,
    la coesistenza di patologie cardiache o di osteoporosi
    la capacità di collaborare e di sottoporsi a periodici controlli clinici e laboratoristici.


    <font color="limegreen">Linck utile</font id="limegreen">

    cliccando sul linck sottostante appariranno tutti gli ospedali che in italia trattano gli interventi alla tiroide, sono evidenziati centri con reparti di eccellenza, anche se alcuni centri non sono in evidenza (perchè magari non hanno il reparto di endocrinologia chirurgica a parte), non vuol dire che non siano ugualmente validi!
    Vuole comunque essere un aiuto per chi non sa dove sbattere la testa in un momento difficle come quello della scoperta di un tumore alla tiroide

    www.corriere.it/sportello-can...dc/mdc10.shtml
     
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    Ipertiroidismo in gravidanza

    Il sospetto di ipertiroidismo durante la gravidanza può insorgere in presenza della seguente sintomatologia:

    * cute calda ed umida,
    * perdita di peso,
    * frequenza cardiaca superiore a 100 bpm,
    * presenza del gozzo,
    * stanchezza muscolare,
    * ipersudorazione,
    * intolleranza al caldo,
    * affaticabilità generalizzata,
    * ansia.

    Tale quadro clinico deve essere approfondito richiedendo alcuni esami di laboratorio, di norma FT4, FT3, TSH ed è confermata l’ipotesi se l’esito risulta essere il seguente:

    * FT4 elevato,
    * FT3elevato,
    * TSH basso.

    Il mancato trattamento della tireotossicosi durante la gestazione può apportare molteplici complicanze sia materne che fetali:

    Complicante materne

    * ipertensione,
    * parto prematuro,
    * preeclampsia,
    * problemi cardiaci,
    * distacco di placenta
    * aborto spontaneo,
    * anemia.

    Complicanze fetali

    * basso peso,
    * prematurità,
    * morte endouterina,
    * morte neonatale,
    * malformazioni congenite,
    * ipertiroidismo fetale,
    * ipertiroidismo neonatale.

    L’ipertiroidismo in gravidanza e le complicanze ad esso associate possono essere controllate con un’adeguata terapia farmacologica, i cui effetti collaterali più comuni sono prurito ed eruzioni cutanee, mentre il ricorso all’intervento chirurgico è limitato a casi eccezionali quali neoplasie e carcinomi.

    E’ caldamente consigliata la ripetizione degli esami di laboratorio ogni 4 settimane durante tutta la gravidanza.

    La prognosi materna e fetale di queste gravidanze è ottima se l’ipertiroidismo viene adeguatamente controllato; anche durante l’allattamento l’assunzione dei farmaci sopracitati non presenta alcuna controindicazione, come norma prudenziale è tuttavia opportuno che la puerpera in trattamento impieghi il farmaco in dosi frazionate lontano dai pasti del bambino e che lo stato tiroideo del lattante venga verificato periodicamente.
     
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    Cancro alla tiroide
    Ogni anno in Svizzera circa 600 persone si ammalano di cancro alla tiroide, una cifra che rappresenta quasi il 2 % di tutti i casi di cancro. I tre quarti delle persone colpite sono donne. A differenza di altri tipi di cancro, il cancro alla tiroide colpisce anche i giovani adulti: al momento della diagnosi, il 47 % dei pazienti ha meno di 50 anni.
    Tiroide e organi vicini
    Tiroide e organi vicini
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    La tiroide è una ghiandola situata nel collo, sotto la laringe e davanti alla trachea. La tiroide produce diversi ormoni che regolano il metabolismo, la crescita e lo sviluppo intellettuale. Dalle cellule della tiroide si possono generare diversi tipi di cancro, che si distinguono anche per quel che concerne il decorso della malattia e il trattamento.
    Sintomi: nodulo al collo

    I disturbi seguenti possono indicare la presenza di un tumore alla tiroide:
    o noduli o ingrossamenti al collo
    o difficoltà di deglutizione
    o tosse
    o raucedine
    o difficoltà respiratorie

    Ecografia e biopsia

    Un’ecografia può fornire le prime indicazioni sul carattere benigno o maligno di un nodulo alla tiroide. I noduli sospetti devono essere sottoposti ad ulteriori esami. A questo scopo si effettua una biopsia tramite prelievo con un ago sottile: sotto anestesia locale si asporta un campione di tessuto dal nodulo sospetto e lo si sottopone ad esame.
    Vivere senza tiroide
    Nel caso di tumore alla tiroide si interviene chirugicamente per asportare la ghiandola. Poiché all’organismo vengono così a mancare gli ormoni normalmente vengono prodotti dalla tiroide, questi vengono somministrati in modo permanente sotto forma di compresse.

    A seconda del tipo di tumore, dopo l’operazione possono seguire altri trattamenti. Alcuni pazienti vengono sottoposti a radioiodioterapia: viene somministrato loro dello iodio radioattivo che viene inglobato dalle cellule tumorali residue e le distrugge. È possibile anche una radioterapia dall’esterno.

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    Ma grazieeeee del tuo commento
     
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