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-Mariella-
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NIENTE DISCUSSIONI DAVANTI AI FIGLI
Gli studi confermano che le liti tra mamma e papà rappresentano per i bambini una delle principali cause di stress emotivo e che il danno è maggiore se l’argomento li riguarda.
Non c’è da sorprendersi se spesso i genitori manifestano idee divergenti su come educare i figli. Le regole da seguire nell’educare i bambini hanno bisogno di una costante revisione che tenga conto delle tappe di maturazione dei bambini lungo tutto il percorso dell’infanzia e dell’adolescenza. Un tempo era il papà l’unico referente, era lui ad avere l’ultima parola sulle decisioni più importanti. Oggi entrambi i genitori hanno un ruolo decisivo nella scelta di soluzioni ad eventi che riguardano un figlio e per questo motivo possono nascere delle contrarietà che non devono influire sulla tranquillità dei bambini.
GLI EFFETTI SUI BAMBINI Un gruppo di ricercatori americani ha rilevato come il tema dell’educazione dei figli costituisca il motivo principale di litigio tra genitori. Alcuni studi sulle reazioni dei bambini cui capita di assistere a controversie di tale natura hanno evidenziato come eventi del genere risultino particolarmente stressanti per la psiche del piccolo spettatore. Recenti ricerche condotte su bambini in età prescolare indicano inoltre che i piccoli sono molto sensibili all’umore degli adulti, soprattutto quando sono arrabbiati: il grado di stress cui sarebbero sottoposti sarebbe direttamente proporzionale alla collera espressa dai genitori
IL CONTROLLO DELLE TENSIONI Se gli argomenti che stimolano la rabbia sembrano essere inevitabili tra i genitori, questa può e deve essere limitata, sia nella frequenza che nella intensità, per non creare stress ai bambini. Una prima regola da adottare è quella di discutere di argomenti riguardanti l’educazione fuori della presenza dei bambini. È saggio, quindi, scegliere tempi e spazi lontano dallo sguardo dei bambini per discutere di certi argomenti. Può essere inoltre utile creare una lista sui temi che possono generare disaccordo tra i genitori per poter, in molti casi, prevenire l’insorgere di violenti “dibattiti”. Da un’attenta analisi della lista potrebbe, inoltre, emergere che uno o entrambi i genitori risultino particolarmente sensibili alla trattazione di alcuni argomenti perché gli stessi hanno procurato sofferenza a loro stessi durante l’infanzia. Sarà più facile così immaginare che il bambino possa soffrire ed essere arrabbiato nello stesso modo in cui lo siete stati voi nella vostra infanzia. In questi casi bisogna cercare di capire il modo di essere di vostro figlio, bisogna fermarsi a guardare l’evidenza dei fatti come realmente questi si presentano e, soprattutto, come il bambino reagisce. Una seconda regola è di chiedere a se stessi: “La mia posizione su questo argomento può essere negativa per il mio bambino?”. Riflettete lungamente su questa domanda prima di considerare una risposta e comunque se non riuscite a fare chiarezza con voi stessi, chiedete aiuto ad una persona esterna di cui vi fidate.
TROVARE UN ACCORDO L’accordo completo tra i genitori non è necessario: è lecito discutere, l’importante è rispettare sempre le due regole prima esposte. Sarà sicuramente di aiuto per i piccoli constatare che esistono delle soluzioni alle problematiche espresse dai genitori. In più, può essere loro d’aiuto osservare come l’adulto riesce a gestire i suoi sentimenti nei momenti di contrarietà. Queste osservazioni possono far nascere nel bambino la consapevolezza che ogni fattore di conflittualità familiare può essere superato e, quindi, risolto con il dialogo. Dott.ssa Rosalba Trabalzini Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica Consulente del Tribunale di Roma
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