La panchina di Mariella Forever

SERENA ROSSI NA BELLA GUAGLIONA

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    Tra riccioli lunghi e scuri, occhi brillanti e un sorriso di mandorle sbucciate, con un entusiasmo in gran parte legato alla sua giovane età, Serena Rossi, in un’esplosione di allegria e di comunicativa, si racconta. Poco più di venti anni e già tante cose fatte sono il punto di partenza per un cammino che intende affrontare in tutte le sue sfaccettature. Un bel carattere, e una bellezza mediterranea, talento e voce, che ne “Un posto al sole” in poco tempo le ha fatto conquistare nuovi consensi, Serena Rossi dopo “Mal’aria”, il musical con la regia di Bruno Garofalo, è pronta a affrontare nuove tappe: professionali e di vita.
    Vuole raccontarmi la sua storia? Quali sono i suoi ricordi di infanzia?
    Sono nata a Napoli, in una bellissima famiglia di musicisti. Tutti fissati per la musica tant’é che papà suonava la chitarra, mamma cantava, il nonno Giuseppe Palombo, in coppia con il M° Alfieri è stato autore di tante canzoni. Ho un bel ricordo della mia infanzia, perché sia io che mia sorella Ilaria, minore di sei anni, vivevamo cantando. Ero una bambina un po’ “fessacchiotta”, sempre sorridente che cantava sempre, suonava, recitava e inventava costumi di scena. Appena è stato possibile ho cominciato a fare tutto questo nei villaggi turistici… Quando mi sono iscritta al Liceo linguistico, e non è stato facile terminarlo, i miei genitori mi hanno aiutato a trovare il tempo per studiare. Il sabato invece di uscire con le mie amiche cantavo con papà nei piano bar, soprattutto per due anni di seguito ho fatto il mio lavoro di cantante a Sorrento.
    In qualche senso si sente figlia d’arte? Un privilegio o in qualche modo un condizionamento?
    E’ stato un grande privilegio perché già da piccola sapevo quello che volevo fare, cioè realizzare i sogni che mamma non ha potuto realizzare. Mi emoziono pensando a mamma anche se miei genitori sono molto critici e mi dicono con sincerità se valgo o meno. Ho veramente un bel rapporto con loro…
    Quando è avvenuta la svolta ed ha iniziato una vera e propria carriera?
    Stavo cantando a Sorrento in un locale quando un signore chiese a papà se avrei potuto fare un provino con Claudio Mattone per “Scugnizzi”, il musical che stava preparando. Il cast era già completo ed io ero veramente molto giovane. A casa festeggiai l’avvenuto provino. Ad un certo punto arrivò una telefonata che mi convocava per un altro provino: di recitazione. Avevo sedici anni e frequentavo il Liceo. Sono stati anni tosti ma…troppo belli!
    Quanto è durata l’esperienza “Scugnizzi”?
    Due anni, concludendo l’esperienza con le rappresentazioni al Teatro Sistina. Non ho fatto granchè, nello spettacolo avevo da dire soltanto due battute e facevo parte del coro.
    Che esperienza è stata?
    Una grande vetrina. Sono entrata dal portone principale e poi è stata bellissima l’amicizia con i ragazzi, tutti alla prima esperienza…
    Che cos’altro le è successo?
    Che un giorno arrivò un fax a Bruno Garofalo, regista di “Scugnizzi”. Qualcuno mi cercava per fare la protagonista di “Rosa Furia” in televisione. Feci quel lavoro e ritornai a “Scugnizzi”, sempre nello stesso ruolo.
    Quando le arrivò la proposta di interpretare “Un posto al sole”?
    Dal dicembre 2002 sono entrata a far parte del cast di “Un posto al sole” con un ruolo che sta crescendo sempre di più ed anche con la possibilità di cantare. Un grande lavoro di gruppo per una soap opera, che un tempo quasi tutti snobbavano e che invece è vista in tutta Italia. Sento che la gente mi ama e poi è una vera e propria scuola in cui si impara a dare il meglio e …subito. Ciascuno di noi dispone di venti minuti per interpretare una scena. Nel frattempo ho preso parte a Salvo d’Acquisto e La monaca di Monza con Giovanna Mezzogiorno.
    Vuole raccontarmi come è andata l’esperienza in teatro con “Mal’aria”?
    Quando Bruno Garofalo mi ha chiamato come protagonista non potevo crederci. E’ stata un’emozione, stavo male solo a pensarci e non ci credevo. Mi fece leggere un monologo. E’ proprio vero quello che mi ha insegnato mio padre: semina che poi si raccoglie.
    Oltre suo padre, ha avuto maestri da ricordare?
    Tanti. E poi ho avuto grandi miti come Sofia o Massimo Ranieri o Eduardo e poi Bruno Garofalo che è stato il primo regista… Non mi posso lamentare, anche la gavetta, se cosi si può chiamare, è durata si e no due anni. Mi sembra tutto normale ma… sono proprio una fortunata.
    Ha mai avuto momenti di difficoltà o di scoramento?
    Qualche volta mi pesa non essere una ragazza normale e questo è brutto. Di venti compagne di classe, me ne sono rimaste due, perché faccio una vita diversa, negli orari, negli obiettivi nei tempi… Soffro un po’ di solitudine… Anche con un fidanzato succede la stessa cosa, capisco che ci vuole pazienza, ma non è facile! Non mi sento particolarmente attratta dagli attori che sono… molto narcisi!
    Volendo raccontarsi caratterialmente com’è?
    Sentimentale, sempre ottimista, realista e credo tosta, anche precisa e scocciante. Finalmente ho aperto un po’ gli occhi, sono cresciuta ma incapace… di litigare.
    Cantante o attrice, che cosa vuole essere?
    Ma perché… devo scegliere? Non mi sento scissa perché ho cominciato come cantante e canto di tutto, anche in inglese, e poi ho scoperto la recitazione che mi piace tanto.
    Paure ne ha?
    Di perdere le persone che amo come è successo con il nonno che è stata la prima batosta della mia vita. E poi… non voglio morire.
    Il talento cos’è?
    O c’è o non c’è, anche se può sempre migliorare perché bisogna andare avanti e crescere.
    Un obiettivo ce l’ha?
    Non deludere e fare sempre meglio
    E un sogno?
    Essere felice e rimanere sempre me stessa.
     
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    un attimo c'è, l'attimo dopo non c'è più...

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    Una ragazza acqua e sapone

    Figlia d’arte, nasce a Napoli nel 1985. Esordisce nel 2002 come cantante nel musical C’era una volta e successivamente nel 2003 viene scritturata come attrice di Un posto al sole, dove interpreta il ruolo di Carmen Catalano.

    Un bel viso aperto, una voce dolce e melodiosa e tutta la vita davanti, sembra destinata ad una carriera piena di soddisfazione. Nella foto è ritratta accanto a Luca Zingaretti con il quale ha recitato nella Vampa d’agosto, un episodio della serie Il Commissario Montalbano.

    Edited by -Mariella- - 28/1/2021, 08:06
     
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    Serena Rossi: “Dissero che ero l’amante di Enrico Brignano, quanto ho pianto”

    Intervistata da "Vanity Fair", Serena Rossi ha parlato del suo rapporto con il gossip e delle finte notizie che l'hanno vista protagonista nel corso della sua carriera.


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    Serena Rossi ha rilasciato una lunga intervista a "Vanity Fair" in cui ha parlato del suo rapporto con il gossip e di come, a volte, si sia ritrovata ad essere protagonista di notizie che non avevano alcun fondamento. Sin dai tempi di "Un posto al sole", i paparazzi provarono ad alimentare i pettegolezzi attorno a lei. Le chiesero, ad esempio, di concedersi una passeggiata romantica con l'attore Michelangelo Tommaso – che nella soap interpretava suo marito – in modo che loro potessero immortalarla.

    Le cose non sono cambiate quando è approdata sul set del "Commissario Montalbano": "Nel 2007, feci un provino per Il commissario Montalbano e c'era un fotografo che conoscevo e gli raccontai perché ero lì. Uscì una copertina con il titolo "Finalmente seduco il commissario". La vide anche Zingaretti e non era esattamente contento. Fu difficile giustificarsi". Il picco massimo probabilmente è stato raggiunto nel periodo in cui lavorava con Enrico Brignano:

    "Volevano farmi dire che odiavo Valerio Scanu"
    Nel 2014, Serena Rossi ha vinto "Tale e quale show" battendo Valerio Scanu, che figurava tra i favoriti. Anche in quel caso, c'è chi pensò di costruire una finta notizia: "Eravamo finalisti, volevano farmi dire che ci odiavamo. Siamo amici". La ciliegina sulla torta fu la proposta che fecero a Serena Rossi mentre affrontava un periodo di pausa con il compagno Davide Devenuto:

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    Ammore e malavita: i protagonisti del film

    Ammore e malavita: recensione del musical-commedia d'azione con Giampaolo Morelli diretto dai Manetti Bros.06 settembre 2017 - Federico Gironi
    Quando al mattino si entra in sala per la prima proiezione stampa della giornata, la prassi del Festival di Venezia vuole che si ritiri all’ingresso il daily distribuito gratuitamente all’ingresso, per sfogliarlo nei minuti che separano dall’inizio della proiezione.
    Stamane non ho fatto in tempo a sfogliarlo: sono entrato all’ultimo, perché fino all’ultimo ho aspettato che al bar dove ho fatto colazione arrivassero i cornetti. Cornetti che non sono mai arrivati, nonostante fossero quasi le otto e mezza del mattino: una cialtroneria inaccettabile.
    Sono entrato quindi in sala vagamente di cattivo umore, ma per fortuna ci hanno pensato i Manetti Bros. (che cialtroni non sono affatto) a riportare il sorriso sulle mie labbra.
    E quando poi, dopo Ammore e malavita, ho letto sul daily che per i registi essere in concorso a Venezia “è come se la Sambenedettese andasse al Bernabeu a giocare contro il Real Madrid”, ho pensato che è vero, che è proprio così: e che indipendentemente dalla vittoria o dalla sconfitta, non si può che provare una sterminata simpatia per la squadra outsider e considerata “fuori contesto”.
    Non che Ammore e malavita non ci stia, in concorso alla Mostra del Cinema. Anzi, è la mossa sul cinema italiano che gli anni scorsi Barbera e la sua squadra non erano riusciti ad azzeccare. Ma Venezia o non Venezia, il fatto è che quello di Manetti è un film divertente, divertito, cinefilo e intelligente, che non prende lo spettatore per un idiota, né pensa di doverlo annoiare per stimolare le velleità intellettuali, che regala uno sguardo su Napoli e le sue questioni lontano da ogni retorica sensazionalista giornalistica, che mescola i generi con inattesa efficacia.
    È un musical a tutti gli effetti, Ammore e malavita, con i numeri musicali - alcuni, francamente, irresistibili: come quello che parte al primo incontro tra il personaggio di Giampaolo Morelli e quello di Serena Rossi sulle note musicali di “What a Feeling” di Flashdance e un testo in napoletano stretto - che sono parte integrante del racconto e dei dialoghi tra i personaggi.
    Un musical che racconta di come Morelli, sicario della camorra addestrato come un ninja e un Navy SEAL assieme, si trovi costretto a diventare un lupo solitario braccato dai suoi ex compari quando non fa fuori una testimone scottante, che si rivela essere la sua fidanzatina di un tempo, mentre il suo boss Claudio Buccirosso si deve fingere morto “come in quel film di 007,” su suggerimento della moglie cinefila Claudia Gerini.
    Con un occhio puntato alla sceneggiata napoletana e uno al cinema d’azione d’autore (il romanticismo, il look di Morelli, il suo rapporto col socio di una vita diventato nemico interpretato da Raiz, richiamano i film hongkonghesi di John Woo, e in primo luogo The Killer), i Manetti non si scordano mai che la loro è una commedia, e che il pubblico va fatto divertire, va fatto ridere. E loro lo fanno, con intelligenza e senza volgarità.
    La loro Napoli non è la Napoli di Gomorra; il cui immaginario, anzi, viene preso bonariamente in giro: all’inizio del film c’è una parentesi con uno scalcinato tour operator che organizza visite alle Vele di Scampia con scippo annesso, “the ultimate touristic experience”.
    La Napoli dei Manetti è luogo di emozione e sentimento, che problemi e contraddizioni li racconta sì, ma con leggerezza tutta pop che non vuol dire affatto spensieratezza decerebrata.
    Non era facile tenere assieme tutte queste ambizioni, un progetto che sulla carta pareva folle e vagamente suicida: ma i due fratelli romani ce l’hanno fatta, e Ammore e malavita ti rapisce con suo aspetto kitsch e coloratissimo, con le citazioni più o meno nascoste, con la bravura dei suoi interpreti e con la voglia dei registi di osare senza tirarsela mai nemmeno per un momento, sempre col sorriso sulle labbra, divertendosi loro prima di tutti gli altri.
    E, non ultimo, con una serie di battute francamente esilaranti destinate a essere citate a raffica: Morelli che dice: “è comm’ a pummarola n’goppa ai spaghetti a vongole: non vale un cazzo” è francamente da antologia.
     
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    L'attrice risponde alla telefonata del fidanzato Davide, nozze in vista a settembre | LaPresse - CorriereTv
    Proposta di matrimonio in diretta all'attrice Serena Rossi nel corso della trasmissione «Domenica In» condotta da Mara Venier. Il fidanzato di Serena, Davide Devenuto (anche lui attore; i due fanno coppia da dieci anni e hanno un figlio di due anni), fa una sorpresa chiamando al telefono l'interprete di «Io sono Mia», il film biografico su Mia Martini. Dopo il momentaneo imbarazzo, tante risate per Serena Rossi, che ripete incredula: «Ma davvero?». Le nozze, probabilmente, il prossimo settembre (Contenuti www.raiplay.it)

    Questo video contiene contributi www.raiplay.it


    Edited by -Mariella- - 8/2/2021, 07:14
     
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    NOTIZIE_458Ascolti tv 24 gennaio 2021: tripudio Mina Settembre, d’Urso discesa libera
    Continua l’enorme successo per la fiction Rai con protagonista Serena Rossi. La sfida tra i talk è vinta nuovamente da Fabio Fazio


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    DAVIDE DEVENUTO E DIEGO, MARITO E FIGLIO SERENA ROSSI/ “Amo gli abbracci di famiglia”

    Davide Devenuto e Diego sono il marito e il figlio di Serena Rossi, l’attrice napoletana ospite della nuova puntata di Domenica In di Mara Venier su Raiuno. La Rossi sarà in collegamento da casa dove sta trascorrendo la quarantena in compagnia del marito Davide e del figlio Diego. Un amore importante quello tra Serena e Davide scattato tra i corridoi della Rai alcuni anni fa. L’amore è scattato durante le riprese di “Un posto al sole” come hanno raccontato alla stampa i due attori. “Aveva avuto un imprevisto e l’ho sentito sbraitare contro la mia città. Non l’ho presa bene, ma poi ho capito che era solo una battuta. Siamo diventati amici” ha raccontato la bravissima attrice durante un’intervista. Anche l’attore, ex volto noto di Un posto al sole, parlando di come è nato l’amore con Serena ha dichiarato: “un po’ di attrazione c’è sempre stata. Flirtavamo, facevamo battute, ma io avevo le mie storie e lei le sue. A un certo punto, però, qualcosa è cambiato”. Proprio così, ad un certo punto qualcosa è cambiato tra i due visto che hanno cominciato a conoscersi e frequentarsi lontano dal set una volta che l’attrice ha lasciato il set di Un posto al sole, la soap opera campione di ascolti di Raitre.

    Davide Devenuto e Serena Rossi: l’amore e un figlio di nome Diego
    Davide Devenuto e Serena Rossi si sono poi rincontrati per puro caso su di un treno e da lì hanno cominciato a frequentarsi. Non sono mancate però le indecisioni e le difficoltà, in particolare da parte dell’attrice preoccupata per la differenza di età. Alla fine però la Rossi si è lasciata conquistare da Davide che ha definito “un uomo colto, preparato, curioso”. Dopo i dubbi iniziali e i 13 anni di differenza, la coppia ha cominciato a conoscersi meglio e sul primo appuntamento l’attrice ricorda: “l’ho organizzato io. Alla fine sono sempre le donne a decidere”. Da quel primo appuntamento la coppia ha cominciato a frequentarsi seriamente: “dopo tre mesi eravamo una coppia, dopo quattro siamo andati a vivere insieme”. La convivenza però non funziona benissimo, così la coppia decide di lasciarsi e poi riprendersi restano però separati per circa un anno. Poi è bastato poco per far riscattare la scintilla che li porta non solo a tornare insieme, ma anche a diventare genitori nel 2016 del piccolo Diego. “Lui è qui perché io e il suo papà ci amiamo e già questo è qualcosa di immenso” ha detto l’attrice che ora sogna di poter sposare al più presto il suo compagno.


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    consiglicasa_16Serena Rossi è nata Napoli il 31 agosto 1985. È la madrina di Venezia 78. Ha esordito a teatro a 17 anni, al cinema, proprio a Venezia nel 2017, aveva portato Ammore e malavita e nel 2020 Lasciami andare. Adesso torna da padrona di casa del Festival del cinema 2021. Foto Getty
     
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