La panchina di Mariella Forever

VALENTINO ROSSI

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    Sembra vicina la scelta della Ducati


    Valentino Rossi: «Domenica dopo
    la gara saprete il mio futuro»
    Probabile l'annuncio dell'addio alla Yamaha

    BRNO - «Domenica dopo la gara saprete cosa farò nel 2011». Lo ha detto Valentino Rossi alla conferenza stampa del Gp della Repubblica Ceca sul circuito di Brno, rendendo sempre più probabile l'annuncio dell'addio alla Yamaha e l'approdo alla Ducati, come si vocifera da mesi. Nel frattempo il pesarese attende notizie dalla casa giapponese per il via libera alle prove post campionato di Valencia, dove la Yamaha potrebbe dare il suo veto in virtù del contratto in scadenza per la fine del 2010. «Se fossi la Yamaha - ha scherzato Rossi - mi farei provare, vediamo. Intanto sarà importante vedere cosa succederà domenica in gara». (fonte: Ansa)
     
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    Ufficiale: Rossi lascia la Yamaha
    Nota della casa, lettera del Dottore


    La Yamaha, con un comunicato, ha annunciato ufficialmente il divorzio da Valentino Rossi. La Casa giapponese ha messo così fine alla lunga attesa per la conferma di una notizia da tempo nota nel paddock e ha salutato il campione di Tavullia, che con Yamaha ha corso per sei stagioni, conquistando quattro titoli mondiali in MotoGp. Alla nota è stata unita una lettera autografa di Valentino, che ha salutato, non senza emozione il team e la sua M1


    COMUNICATO YAMAHA

    "Valentino Rossi e la Yamaha giungeranno alla fine al termine della stagione, quando Valentino muoverà verso nuove sfide. Yamaha e Valentino hanno goduto di sette fantastiche stagioni di gare, durante le quali hanno vinto insieme quattro Campionati del Mondo di MotoGP. Valentino ha rappresentato una parte enorme della storia della Yamaha e rimarrà sempre una parte importante del petrimonio Yamaha. Yamaha è estremamente grata a Valentino per il contributo ai suoi successi dei sette anni passati e gli augura tutto il meglio per i suoi futuri progetti nelle corse. Yamaha metterà tutto il suo sforzo per assicurare nelle rimanenti gare una fine vincente e felice alla collaborazione".

    Lin Jarvis, direttore generale della Yamaha Motor Racing, ha detto: "A nome della Yamana, voglio esprimere la nostra sincera gratitudine per i meravigliosi 7 anni che abbiamo passato insieme. Valentino si è unito alla Yamaha nel 2004 in un momento in cui Yamaha stava lottando nelle corse dopo 11 anni senza una vittoria nel campionato del mondo. La vittoria di Valentino nel suo primo Gran Premio con Yamaha in Sudafrica nel 2004 è stata un momento incredibile ed è stata solo la prima di tante altre gare vinte che hanno emozionato i fans della MotoGP e quelli della Yamaha in tutto il mondo. La sua impareggiabile classe come pilota e come sviluppatore gli ha permesso di vincere quattro titolo MotoGp con noi e ha aiutato la Yamaha a fare diventare la YZR-M1 il punto di riferimento della MotoGp"

    "Ci sono state così tante fantastiche esperienze e vittorie e siamo molto orgogliosi di essere stati capaci di fare la storia insieme. Mentre ci dispiacciamo della decisione di Valentino di lasciare, nello stesso tempo rispettiamo totalmente la sua decisione di cercare nuove sfide e noi gli auguriamo tutto il meglio per il 2011 e per il futuro. Per le rimanenti 8 corse della stagione 2010, Valentino rimarrà un pilota Yamaha e continuerà a beneficiare del nostro totale supporto e speriamo e vogliamo qualche altra vittoria con lui "in blu" prima che la stagione finisca".
     
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    OGGI NELLO SPORT
    22 settembre: Valentino Rossi campione mondiale motociclismo

    Vinto mondiale di Motociclismo
    Valentino Rossi vinse per la quarta volta il titolo mondiale di motociclismo (il secondo consecutivo). Lo vinse correndo nella classe MotoGP per la scuderia Honda e con 4 gare di anticipo. Grazie al ritiro di Ukawa, suo diretto avversario (al secondo giro), e al secondo posto di Max Biaggi, autore della pole con la sua Yamaha M1. Se il romano fosse arrivato davanti, la festa mondiale del pesarese sarebbe slittata al GP successivo.


     
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    VALE ROSSI, OBIETTIVO 2011:
    DECIMO TITOLO, 1° IN DUCATI



    Un anno da dimenticare, per i guai fisici ma soprattutto per il titolo svanito. Un altro davanti, sempre con la voglia di tornare il migliore di tutti, anche se a 31 anni è sempre più dura. Sono passati quasi due mesi dall' ultima volta che Valentino Rossi è salito sulla Ducati: per il campione dai nove titoli mondiali l'assaggio della nuova 'cavalcaturà sulla pista di Valencia, a inizio novembre, è stato l'ultimo atto della stagione 2010, quella che lo ha visto capitolare davanti allo spagnolo Jorge Lorenzo, ormai ex compagno di squadra in Yamaha. Nel 2010 Rossi ha capito di non essere invincibile. Anche la fortuna gli ha voltato le spalle due volte: la prima quando si allenava con la moto da cross, la seconda al Mugello davanti al suo pubblico. Ebbene, delle due cadute, una sola è stata veramente incisiva, quella sottovalutata in allenamento. In quell'occasione Rossi si è procurato la lesione alla spalla che lo ha costretto sotto i ferri pochi giorni dopo il test di Valencia. La spalla, dunque, ha fatto più danni della gamba, praticamente frantumata nella caduta in prova al Gp d'Italia. In quell'occasione Valentino riporto la frattura esposta di tibia e perone. Poi la corsa in elicottero a Firenze, le operazioni e il recupero lampo, ma non è bastato. Dopo solo 43 giorni e tre gare saltate, ha fatto vedere ancora una volta ai suoi (pochi) avversari di essere pronto per la battaglia, finendo il Gp di Germania al quinto posto, per ricominciare a salire sul podio alla gara successiva, a Laguna Seca, in California. A Ferragosto poi, a Brno, Rossi dava l'addio all'amata Yamaha M1, compagna instancabile per sei stagioni e quattro titoli mondiali. Il 2011 è l'anno del riscatto per Vale, che ha infine accettato le proposte di Borgo Panigale, cosa che a fine 2003, quando era giunto il momento di lasciare la Honda, non si sentì di fare. E se Rossi ha sposato la 'rossa delle due ruotè è soprattutto per merito di Filippo Preziosi, l'ingegnere che a capo di Ducati Corse e che è anche il padre delle Desmosedici. Le Ducati sono moto molto particolari, costruite secondo principi totalmente differenti rispetto alla concorrenza giapponese, e per questo sono state bollate da molti piloti come difficili da portare al limite. Solo un pilota è riuscito a domare la loro irruenza: Casey Stoner (che quest'anno sarà in Honda), l'unico capace su Ducati di battere Rossi e vincere il Mondiale 2007. Con la Ducati Valentino ha tutto da imparare: il primo appuntamento saranno i test in Malaysia a febbraio. E, nel corso della stagione, oltre ad una nuova moto da scoprire, il campione di Tavullia troverà sulla sua strada molti avversari motivati. Uno su tutti, l'ex compagno alla Yamaha Jorge Lorenzo. Intanto, sulle bancarelle del mercato del presepe di San Gregorio Armeno a Napoli, ad opera dei maestri Di Virgilio e Ferrigno, sono comparse le statuette che raffigurano Rossi in veste di pilota Ducati, in cima al podio: sicuramente un buon augurio.

    fonte leggo.it
     
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    OGGI NACQUE
    16 febbraio: Valentino Rossi


    Pilota motociclista.
    Figlio d'arte, il padre Graziano Rossi fu pilota motociclista negli anni 70. Iniziò con i go kart e, a soli 9 anni, il 25 aprile 1990 vinse la sua prima gara: il Trofeo città di Fabriano. Passò poi alle minimoto collezionando negli anni molte vittorie, finché, nel 1993 iniziò a gareggiare con le moto vere. Anche qui per pochi anni, il tempo di vincere un po' di gare (Sport Production nel 1994, titolo nazionale della 125 nel 1995 tanto per citarne alcune). Debuttò finalmente nel motomondiale il 31 marzo del 1996, arrivò alla prima vittoria nel GP Repubblica Ceca a Brno il 18 agosto 1996, e da lì i successi non si contarono più. I suoi 8 titoli mondiali: con la 125 nel 1997, con la 250 nel 1999, con la MotoGP nel 2001, 2002, 2003, 2004, 2005 e 2008. Nel 2006 perse il titolo per un soffio: all'ultima gara (Valencia 29 ottobre) cadde e arrivò tredicesimo. Nicky Hayden arrivò terzo, e lo passò per soli 5 punti vincendo il campionato. Il 2008 fu un anno fortunato per Valentino perché eguagliò e superò il record di Giacomo Agostini (68 vittorie nella classe regina - Valentino vinse la 69 gara a Indianapolis il 14 settembre) e Mick Doohan che fu 5 volte campione del mondo nella classe 500 (che era la "top class" prima della Moto GP). Curiosità: il numero 46 di Valentino Rossi fu da lui scelto perché fu lo stesso numero che ebbe il suo babbo in una sua vittoria nel 1979.
     
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    GIAPPONE, VALE ROSSI:
    "FORZA, NON MOLLATE"


    LOSAIL - Valentino Rossi dedica un pensiero al popolo giapponese, che cerca di rialzarsi dopo la tragedia del terremoto. «Forza Giappone, non mollate» dice il nove volte campione del mondo a Losail, sede della gara inaugurale del Motomondiale. «Abbiamo seguito gli sviluppi dalla televisione e fin dall'inizio era apparso chiaro che eravamo di fronte a qualcosa di incredibile - prosegue - La situazione è peggiorata di giorno in giorno», prosegue il pilota della Ducati. «Ci sono un sacco di giapponesi in MotoGp, molti di loro sono miei amici e sono preoccupati», continua il 'Dottore'. «Speriamo che la situazione migliori il più presto possibile. Voglio augurare loro buona fortuna, non mollate. Spero che tutti noi potremo fare qualcosa», conclude Rossi.
     
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    MORTO SIMONCELLI, ROSSI
    IN LACRIME AI BOX -FOTO


    di Franco Pasqualetti

    ROMA - Il viso pallido, gli occhi gonfi di lacrime e il ricordo di un amico che non c’è più. Valentino Rossi nei box di Sepang sembrava lo spettro di se stesso. Un pilota che ha visto la morte passare a pochi centimetri dalla sua carena. La morte di quello che poteva e doveva essere il suo erede. «Un fratello minore», come ripeteva col groppo in gola. Per questo motivo il dottore - forse in un momento di sconforto - avrebbe detto di volersi ritirare. «Basta, non ce la faccio più». Frasi sussurrate con la tuta indosso e gli occhi puntati sul monitor che trasmetteva le immagini dello schianto con Simoncelli. Un incidente che l’ha visto diretto ma involontario protagonista.
    Uno sfogo che potrebbe esser stato dettato dal dolore e dalla paura. Un mix letale per chi vive la vita a trecento all’ora. Tutti ci auguriamo che Vale tiri dritto e allunghi la staccata oltre la via del ritiro. Ma in un momento come questo, dove uomo e pilota sembrano due entità lontane anni luce, il solo compagno utile può essere il tempo. Un alleato da portare in moto per decidere se la maledetta domenica di Sepang possa essere un brutto ricordo o il triste traguardo di chi ha vinto tutto e non vede più la strada oltre i box.

    VALENTINO: "ODDIO...". Un week end di gara come molti, il 17/o della stagione 2011, con la Motogp a fare da piatto forte nello spettacolo delle tre classi offerte dal motomondiale. Cos si presentava la gara di Sepang. Le aspettative erano tutte favorevoli per lo squadrone Honda Repsol che aveva dominato le prove con la pole di Dani Pedrosa e il warm up conquistato da Casey Stoner. Nessuno, però, poteva aspettarsi quello che è poi accaduto a quasi 5 minuti dal via della gara. Una moto bianca che prima scarta sulla destra e poi improvvisamente si mette davanti alle ruote di Colin Edwards e di Valentino Rossi. Un corpo scivola e un casco che rotola via. La gara che si ferma, e tutti si accorgono che qualcosa di grave è successo. «Oddio, oddio...», l'esclamazione di Valentino Rossi al rientro ai box, dove era cominciata l'attesa per la notizia definitiva. Lì, le lacrime di Valentino - l'amico, il testimone diretto dell'incidente, forse anche l'involontario corresponsabile del colpo letale - dicono molto di più di qualsiasi parola. Marco Simoncelli appare subito grave e la mente di tutto il paddock ritorna a quel giorno di settembre di un anno fa, dove per un analogo incidente perse la vita Shoya Tomizawa nella Moto2 a Misano, solo che allora la gara non fu fermata. Il pilota giapponese, quasi come Simoncelli, perse il controllo della sua Suter e fin sotto alle ruote dell'inglese Scott Redding e di Alex De Angelis. Per quanto differente sia la dinamica generale dell'incidente, la fine di Marco Simoncelli somiglia a quella del collega giapponese, investito anche lui da due colleghi. Lo sconcerto appare subito sul volto di Valentino Rossi che inizia a spiegare nervosamente la dinamica dell'incidente a tutti quelli che ha accanto nel box, per poi uscire con la testa tra le mani sussurrando «oddio, oddio». Marco Simoncelli, 24 anni, si è spento alle 16.56 (ora locale, le 10.56 in Italia) a Sepang, nel centro medico del circuito malese. Mentre si combatte con il dolore di questa perdita, in molti stanno analizzando cosa non è andato. Per l'imprevedibilità stessa dell'incidente, forse non ci sarà mai una risposta. Rimangono alcune polemiche sul piatto, generate in questa stagione, che riguardano anche la condotta di gara di Marco Simoncelli. Per i piloti spagnoli, Marco è sempre stato un ingombrante fastidio. Sin dai tempi della 250 con Hector Barberà e Alvaro Bautista, i duelli erano sempre finiti a favore di Marco, mentre i suoi avversari terminavano a terra. Qualcosa del genere si è visto anche quest'anno, con l'irruenza di Simoncelli che spegneva i sogni mondiali di Dani Pedrosa per un sorpasso finito male (per lo spagnolo) poco prima della metà della gara. Da quel momento Simoncelli è stato richiamato più volte sia dalla direzione di gara che dai suoi colleghi, primo tra tutti Jorge Lorenzo. Il campione della Yamaha, ha spesso attaccato Simoncelli, giudicandolo uno troppo spericolato e arrivando a proporre la regola di non poter sorpassare se non in rettilineo. La provocazione di Lorenzo, certamente non è poi stata presa in considerazione, ma Simoncelli era in qualche modo temuto dai suoi avversari, mentre era un modello per i suoi colleghi della Moto2, come ad esempio Mattia Pasini e Raffaele De Rosa, con i quali aveva ottimi rapporti. L'incidente di oggi, comunque, mette i riflettori ancora una volta sulla questione sicurezza. «Alle volte ci si dimentica di quanto sia pericoloso questo sport - le parole di Pedrosa - Sono cose che non dovrebbero succedere». Mentre si è riusciti a fare molto nelle infrastrutture, con l'ottenimento di via di fuga più ampie in tutte le piste dove si corre e l'arrivo di caschi e tute sempre più specifiche e protettive (anche grazie all'airbag), non si riesce a risolvere il problema dell'investimento. In casi come quelli di oggi e come quanto accaduto poco più di un anno fa a Misano con Tomizawa, non sembra esservi soluzione immediata da adottare, ma rimane solo la grande frustrazione per la perdita e il rimorso che i piloti coinvolti, Edwards e Rossi, possono portare con loro da oggi in poi.
    .leggo.it/
     
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    Moto: Valencia, Rossi in pista con casco dedicato Simoncelli
    Mix grafico per ricordare l'amico scomparso


    (ANSA) - PESARO, 5 NOV - Valentino Rossi, poco prima dell'ingresso in pista della Motogp, per il terzo turno di prove libere del Gp della Comunita' Valenciana, ha mostrato il casco celebrativo in memoria dell'amico Marco Simoncelli. Si tratta di un mix grafico tra il disegno a due bande rosse su fondo bianco del pilota di Coriano, che parte dalla mentoniera e arriva fino a sopra alla calotta: nella parte bassa compaiono i simboli del casco di Rossi, il sole e la luna. Rossi indossera' questo casco da oggi a domenica per l'ultima gara della Motogp 2011. (ANSA).
     
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    Valentino Rossi
    16 febbraio 1979
    Urbino, Pesaro - Italia
    Fu un venerdì di 33 anni fa.
    6 febbraio: Valentino Rossi
    Pilota motociclista.
    Figlio d'arte, il padre Graziano Rossi fu pilota motociclista negli anni 70. Iniziò con i go kart e, a soli 9 anni, il 25 aprile 1990 vinse la sua prima gara: il Trofeo città di Fabriano. Passò poi alle minimoto collezionando negli anni molte vittorie, finché, nel 1993 iniziò a gareggiare con le moto vere. Anche qui per pochi anni, il tempo di vincere un po' di gare (Sport Production nel 1994, titolo nazionale della 125 nel 1995 tanto per citarne alcune). Debuttò finalmente nel motomondiale il 31 marzo del 1996, arrivò alla prima vittoria nel GP Repubblica Ceca a Brno il 18 agosto 1996, e da lì i successi non si contarono più. I suoi 8 titoli mondiali: con la 125 nel 1997, con la 250 nel 1999, con la MotoGP nel 2001, 2002, 2003, 2004, 2005 e 2008. Nel 2006 perse il titolo per un soffio: all'ultima gara (Valencia 29 ottobre) cadde e arrivò tredicesimo. Nicky Hayden arrivò terzo, e lo passò per soli 5 punti vincendo il campionato. Il 2008 fu un anno fortunato per Valentino perché eguagliò e superò il record di Giacomo Agostini (68 vittorie nella classe regina - Valentino vinse la 69 gara a Indianapolis il 14 settembre) e Mick Doohan che fu 5 volte campione del mondo nella classe 500 (che era la "top class" prima della Moto GP). Curiosità: il numero 46 di Valentino Rossi fu da lui scelto perché fu lo stesso numero che ebbe il suo babbo in una sua vittoria nel 1979.


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    Rossi avvinghiato alla sua nuova fiamma
    Baci e carezze proibite per Valentino al largo di Pesaro


    C_2_fotogallery_1010751__ImageGallery__imageGalleryItem_0_image

    Al largo di Pesaro sul suo yacht Titilla II, Valentino Rossi si concede stuzzicanti tenerezze in dolce compagnia. Al suo fianco c'è una nuova morettina dalle curve statuarie con un micro costume bianco. Lui prima le passa la sua mano sul ventre piatto, poi sulla coscia e infine le infila un bastoncino del gelato negli slip per sollevarglieli.
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    Se in pista non non fa più i numeri di una volta di certo non si può dire che Vale abbia perso lo smalto anche con il gentil sesso. I gusti restano gli stessi, al motociclista piacciono le bellezze mediterranee. E infatti, conclusa la sua storia con Marwa Klebi, Vale ci ricasca con una mora dalle curve conturbanti che molto ricorda la sua ex, come documentano gli scatti di Novella 2000.
    C_2_fotogallery_1010751__ImageGallery__imageGalleryItem_2_image
    The Doctor e la sua amica se la spassano sul lettino, ridono, si baciano avvinghiati e rilassano. Poi Rossi si rinfresca con un ghiacciolo il cui stecco diventa poi un piacevole strumento per lasciarsi andare a giochi proibiti. Lui, infila la punta del legnetto nello slip della ragazza, sdraiata a pancia in su, e glielo solleva. Il siparietto si fa hot e la coppia torna a baciarsi in mare aperto, con tanto di palpatina sul lato B della conturbante signorina.

    C_2_fotogallery_1010751__ImageGallery__imageGalleryItem_3_image
     
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    ROMA - Vale Rossi si prepara a dare l'addio alla sua moto. «Non so se sarà la mia ultima stagione in Motogp, ma spero di sì perchè significherebbe che è andata bene». Dopo le delusioni dei due anni alla Ducati, Valentino Rossi torna in sella alla Yamaha, la moto con cui ha vinto quattro dei suoi nove mondiali. «Io non vorrei smettere mai - dice in un'intervista a 'Sport Mediaset XXL', il nuovo appuntamento sportivo domenicale curato da Giorgio Terruzzi e Luca Serafini e condotto da Mino Taveri, di cui è stata fornita un'anticipazione -, mi piacerebbe fare il pilota fino a quando ci riesco, in moto o in macchina. Mi piace questa vita e l'adrenalina che ti dà». «Dei due anni passati con la Ducati - continua il 'Dottorè - mi hanno deluso i risultati e il fatto di non essere riuscito a mettere a posto la moto, di non averla migliorata. Sono state due stagioni difficili, che ora, però, serviranno a farmi godere di più le prossime. Il colmo dell'ottimismo sarebbe vincere il Mondiale, quello del pessimismo non riuscire ad arrivare nemmeno una volta davanti a Lorenzo».
    Nell'intervista Valentino parla anche di calcio e dell'Inter, la sua squadra del cuore, facendo un bilancio di questi mesi con Stramaccioni in panchina: «Come tutti gli interisti sono innamoratissimo di Stramaccioni. È un grande e poi ci ha fatto vincere a Torino contro la Juventus, che per noi nerazzurri è quasi come vincere uno scudetto. Abbiamo goduto tanti anni con Mourinho e ci siamo legati, ma anche con Stramaccioni potremo toglierci delle belle soddisfazioni».
    LEGGO IT
    20121116_rossi-valentino-ritiro
     
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    MotoGP: Lorenzo domina, Rossi 2° torna sul podio

    Qatar, Marquez 3° beffa Pedrosa. Dovizioso è 7°

    Grande show per la MotoGP in Qatar. Un GP dominato da Lorenzo(Yamaha) al comando fin dal via, ma combattuto fino all'ultimo giro. Perché Rossi sbaglia nei primi giri, ma poi fa una rimonta esplosiva e va ad attaccare le Honda. Valentino è 2° davanti a Marquez che chiude 3° al debutto nella top class. Beffato Pedrosa 4° davanti a un funambolico Crutchlow, poi Bautista. Segue la pattuglia Ducati con Dovizioso 7° davanti ad Hayden, Iannone e Spies.

    L'occhio di Lorenzo è il più svelto a percepire lo spegnimento del semaforo, regalando allo spagnolo uno scatto a razzo sotto i riflettori del Qatar, con Pedrosa che trova subito la scia del connazionale. Agguerrito Dovizioso taglia la strada a Crutchlow lanciandosi subito in bagarre con i primi, mentre Rossi è 5° con Bradl e Bautista alle spalle. Brutta partenza per Marquez
    che scala in ottava posizione. Un via da tenere il fiato, dove dopo una
    manciata di curve Valentino passa Crutchlow, mentre Dovizioso è
    costretto a pelare il gas per non stressare il posteriore della Ducati
    che scodinzola. E' un segnale: Rossi vede un varco e entra su Andrea, che però risponde subito e si rimette davanti alla M1 del 46. Dovizioso che a sua volta è vicinissimo a Pedrosa, che intanto perde terreno da un Lorenzo già in fuga.

    Siamo solo alla chiusura del primo giro e la tensione agonistica è altissima. In fondo al rettilineo dei box Rossi prova ancora l'attacco sulla Ducati, ma esagera nettamente. Pasticcia, ma resta in pista per un pelo. Rentra 7°. Tocca allora a Crutchlow
    attaccare e superare Dovizioso, mentre cade Abraham. Al comando Lorenzo
    martella un ritmo insostenibile per gli inseguitori, e Valentino sente
    la scia di Bradl. E' il solito scatenato Cal che fa il funambolo in
    pista, arrivando negli scarichi di Pedrosa. Dani però non si batte
    facilmente e l'inglese deve lavorare di manubrio e freno per non fare
    una frittata. Saggia decisione di restare alle spalle dello spagnolo.
    Anche Bradl passa Dovizioso e si porta in quinta piazza, tirandosi dietro Rossi. Il cronometro mette in evidenza il giro veloce di Marquez
    che, zitto-zitto, sfila la terza piazza a Crutchlow. Cade Smith,
    imitato poco dopo proprio da Bradl che perde l'anteriore e vola via
    nella ghiaia, vanificando gli sforzi di Valentino che gli aveva appena
    tolto la posizione.

    Metà gara e Lorenzo ha 3 secondi sulle Honda
    che lo seguono. Ovvero Pedrosa che deve sudare parecchio per contenere
    l'esuberanza di Marquez e Crutchlow che non lo mollano di un metro.
    Anche se l'inglese sembra quello più in difficoltà. Giro dopo giro Valentino ritrova il gruppetto del podio e si accoda, quando mancano 6 giri al termine. Momento caldo in cui Marquez decide di sfidare Pedrosa passandolo alla staccata in fondo al rettilineo. Si ritirano Petrucci ed Edwards. Rossi è scatenato
    e passa Crutchlow che si dimentica completamente di frenare e va dritto
    nella via di fuga, che per sua fortuna è ben asfaltata. Il Numero 46
    sente la vicinanza col podio, nonostante la sua M1 protesti scodando
    vistosamente ad ogni spremuta di acceleratore. E' un trenino di big
    determinati a non mollare, anche se le gomme dicono di fare attenzione.
    Nemmeno il tempo di pensarci e Rossi tira un infilata a Pedrosa. E' una manovra d'istinto di quelle da cannibale, con cui si porta dritto sulla coda della Honda di Marquez.

    Non c'è tempo per tirare il fiato e Valentino passa il rookie,
    che però non ci sta e risponde subito, mentre Dani perde terreno. La
    fame di Rossi è tanta e si rimette davanti a Marc, in un botta e
    risposta da battito cardiaco a livelli di guardia. Ultimo giro e il
    giovane debuttante si accontenta, togliendosiil cappello davanti
    all'esperienza di chi lo precede e accontentandosi di un podio che vale
    comunque oro. Bandiera a scacchi e Lorenzo si confema il Campione del Mondo in carica, vincendo la prima gara del 2013. Rossi firma il suo ritorno in Yamaha con un 2° posto che certifica un talento leggendario ancora ad altissimi livelli. Marquez è terzo sul podio al debutto. E' dunque Pedrosa che ancora una volta è il grande battuto tra i big. Infine bella prova di Dovizioso che, con 24" di distacco dalla vetta, apre un filotto di Ducati tutte nella top ten.



     
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