La panchina di Mariella Forever

VALENTINO ROSSI

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  1. EternBoyX
     
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    DOMENICA AL VIA IL MOTOMONDIALE
    Valentino, la terza età
    Fermare il tempo in pista e nella vita
    Ecco la nuova sfida del signor Rossi

    Valentino trentenne è un concetto che il pensiero non considera. Una contraddizione logica come il mare d’inverno o Mourinho silenzioso. Lui, Valentino, si è sistemato infatti nell’immaginario collettivo come un pilota fenomeno con la faccia, le parole e, quando è successo, le fesserie di un ragazzino. Adesso di fesserie pare non ne combini più, ma la faccia e le parole sono rimaste le stesse. Forse più riflessive e controllate ma, insomma, chi lo direbbe, guardandolo, che Valentino ha compiuto già trent’anni, sta per iniziare la sua quattordicesima stagione nel Motomondiale ed è entrato ormai nella sua terza età sportiva? Così è, invece, anche se non ci pare. Anche se questo vuol dire che il tempo del suo ritiro (fra due anni, quando scadrà il suo contratto con la Yamaha, oppure fra tre omagari quattro?) è pericolosamente sempre più vicino di quello dell’esordio, nell’anno di grazia 1996. Anche se tutto ciò significa che presto bisognerà abituarsi, un giorno, a un futuro senza di lui.

    Non solo il motociclismo — che le sue imprese hanno contribuito a portare fuori dalla nicchia dei biker per la pelle—ma lo sport intero, italiano emondiale, che in lui 13 anni fa ha trovato un personaggio nuovo, straordinario e però mai banale nel bene e nel male, come testimoniano le sue (poche) dirompenti sconfitte, in pista e fuori. Vedere gli idoli che invecchiano mette sempre tristezza, per fortuna Valentino lo fa con passo leggero e animo ancora di più. Trentenne all’anagrafe, biologicamente ha lo sprint di un esordiente. «Sono curioso e felice», ha dichiarato in questi giorni parlando del Mondiale che sta per iniziare. Due begli aggettivi. Curioso: se non lo resti non continui a questi livelli, con questi sacrifici, con tipi come Stoner e Lorenzo che assomigliano terribilmente a te dieci anni fa, forti, affamati, senza rispetto per gli anziani e le loro medaglie. Felice: di essere ancora qui, di divertirsi, viaggiare, correre, fare cose, vedere gente, soprattutto dare ancora gas come quando cominciavi e non potevi certo immaginare che razza di carriera saresti stato capace di inventarti. «Corro finché mi diverto», ha detto Valentino durante i test di Jerez .

    Divertimento. Ecco una chiave per spiegare la vitalità del trentenne più giovane e veloce del mondo. Ma spiegare solo così la forza e la longevità di Valentino sarebbe riduttivo. Come sul suo casco ci sono da sempre il sole e la luna, così il suo è un carattere doppio, e per questo più forte degli altri. Da un lato, estroverso, aperto e cazzaro; dall’altro, lucido, rigoroso, implacabile verso se stesso e verso gli altri, siano i collaboratori da sferzare nei momenti difficili (come accadde dopo i titoli persi nel 2006 e nel 2007 da Hayden e da Stoner), siano gli avversari da mettere sotto pressione con il potere della personalità (chiedere per conferma a Biaggi, Gibernau e, da ultimo, anche a Casey Stoner, sconfitto l’anno scorso a Laguna Seca con il polso e con la testa). Questo c’è sempre stato dietro le gag, la vocetta, le facce da fumetto, le battute da cabarettista: una volontà feroce, una testa da ingegnere, una precisione estrema e una richiesta di perfezione e applicazione assolute a tutti quelli che gli stanno attorno. Da questo punto di vista, allora, si potrebbe persino dire che più Valentino invecchia e matura, più si avvicina a quello che è sempre stato: una testa sportivamente adulta nascosta in una faccia da ragazzino. Come dire che lui, motociclisticamente parlando, forse trentenne lo è sempre stato. Comunque la si veda, dopo l’età delle vittorie e quella della riflessione (il biennio 2006/07 fatto di sconfitte in pista e della vicenda fiscale che ha incrinato l’immagine retorica e irreale di ragazzo perfetto amato anche dalle mamme e dalle nonne), ora Valentino è nell’età adulta.

    Un’età cominciata realmente l’anno scorso, con la ripresa di ciò che era suo: il titolo mondiale, l’ottavo, ma soprattutto il ruolo di protagonista,di numero uno ancora più forte perché riemerso dal buio dell’errore. «La sconfitta mi ha fatto crescere», ripete spesso. In quei giorni ha messo da parte la sua metà solare e ha riflettuto.Meno battute, più serietà. Meno deleghe, più responsabilità. Ha agito, diviso il mondo in buoni e cattivi, ed è ripartito. Il talento per correre e, prima ancora, per «sentire» la moto e le sue vibrazioni, c’era sempre stato. Bisognava solo ritrovarlo, a mente sgombra. L’anno scorso lo ha fatto. Ora ci riprova, sempre più rilassato, consapevole, adulto. Davanti ha da battere uno Stoner che sembra più forte che mai, il record di vittorie e i Mondiali in classe regina di Agostini (6 a 8, si può fare), nuovi regolamenti ai quali finora, con arte camaleontica, si è sempre adeguato, piegandoli a sé con nonchalance, non a caso è l’unicoad aver vinto con cinque tipi di moto diversi (125, 250, 500, MotoGp 1000 e 800). Davanti, insomma, ha ancora molto da fare, vedere, conquistare. Ecco perché, anche se Valentino trentenne è un concetto che mette un po’ di malinconia, possiamo stare tranquilli: lui non se ne va. A parte quando dà gas e saluta tutti in fondo alla curva. Ma questa è un’altra storia.

    Alessandro Pasini
    09 aprile 2009
     
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    Gp d’Australia, vince Valentino Rossi
    Il pluricampione del mondo, alla seconda vittoria stagionale, supera il compagno di squadra Jorge Lorenzo e Bradley Smith

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    Valentino Rossi, 35 anni (Reuters)
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    Valentino Rossi su Movistar Yamaha conquista il Gran Premio d’Australia valido per il Mondiale della MotoGp. Per il pilota di Tavullia è la seconda vittoria del 2014. Rossi ha preceduto il compagno di squadra Jorge Lorenzo sempre su Yamaha e l’inglese Bradley Smith su Monster Yamaha Tech3. Molti i ritiri, tra cui quello del Campione del Mondo Marc Marquez su Honda Repsol, scivolato mentre era da solo al comando.
     
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